Universo Nespolo

L’esposizione presenta un centinaio di opere che ripercorrono oltre sessant’anni di carriera di Ugo Nespolo (1941), segnati da un profondo eclettismo che ha portato l’artista a esprimersi in forme multiple, differenti e lontane dallo schema convenzionale di uno stile univoco, e segnate da una vena trasgressiva e sempre divertita.
Comunicato stampa
Dal 17 maggio al 28 settembre 2025, Villa Giulia di Verbania presenta la mostra antologica UNIVERSO NESPOLO, a cura di Sandro Parmiggiani, prodotta e organizzata dalla Città di Verbania in collaborazione con lo Studio Nespolo, con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Distretto Turistico dei Laghi, Museo del Paesaggio, Ente Giardini Botanici Villa Taranto e Terre Borromeo; media partner SKY Arte. L’esposizione presenta un centinaio di opere che ripercorrono oltre sessant’anni di carriera di Ugo Nespolo (1941), segnati da un profondo eclettismo che ha portato l’artista a esprimersi in forme multiple, differenti e lontane dallo schema convenzionale di uno stile univoco, e segnate da una vena trasgressiva e sempre divertita.
“Nespolo è diventato negli anni il “cantore” di Torino e del Piemonte - afferma Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte. Oggi questa mostra ne celebra la carriera, che l’artista ha costruito sulle grandi scene internazionali, ma con i piedi, e con il cuore, sempre ben ancorati alla sua terra”.
“Con orgoglio presentiamo “Universo Nespolo” che dà inizio a un nuovo corso di eventi espositivi della Città di Verbania presso la sua sede più prestigiosa, Villa Giulia, una villa d’epoca affacciata sul golfo Borromeo - dichiarano Giandomenico Albertella, Sindaco di Verbania, e Luciano Paretti, Assessore alla Cultura. Una mostra “sartoriale” di cui si farà tesoro di esperienza per offrire ai nostri cittadini e ai numerosi ospiti una proposta culturale nuova e arricchente, inserita nel contesto di un “nuovo turismo culturale”.
“Il titolo della mostra- sottolinea il curatore Sandro Parmiggiani - immediatamente evoca la ricchezza, la molteplicità espressiva e l’energia racchiusa in tutta l’opera di Nespolo, uno degli artisti più significativi nel panorama italiano e internazionale”, osserva Sandro Parmiggiani, curatore della mostra. “Lui sempre è stato fedele al fondamento della sua poetica: fare lievitare nei suoi lavori l’ironia, il gusto della trasgressione, il divertissement, l’insopprimibile memoria della gioiosa ebbrezza dei giochi dell’infanzia, segmentando e ricomponendo, secondo la tecnica del puzzle, le sue visioni, oppure facendole compenetrare l’una nell’altra, come se sconvolti fossero i centri di gravità e permeabili gli stessi confini delle cose. Come se stessimo assistendo alla deflagrazione di un ordine antico, oltre il quale tuttavia la forza dei colori e il canone dei rapporti e delle geometrie restano i tenaci baluardi di un nuovo senso possibile”.
La mostra, che inaugura una serie di eventi internazionali volti a promuovere il territorio verbanese, è allestita nei 14 spazi di Villa Giulia ed è divisa per nuclei tematici, dall’arte povera alla Pop art, dalla fotografia ai libri d’artista, passando dalle ceramiche ai legni policromi, così da dare vita a un’antologia in cui si intrecciano periodi, modalità espressive e particolari sensibilità, in una sorta di “eterno ritorno” in cui tutto, pur all’interno di variazioni e salti, alla fine si ricollega e si potenzia.
Ne sono testimoni i suoi primi anni di carriera, da cui prende avvio il percorso espositivo, in cui l’artista rivisita alcune avanguardie storiche come Futurismo e Dadaismo, prima di allinearsi alla contemporaneità e approfondire il nascente movimento della Pop art e dell’arte povera. Da questa, sul finire degli anni sessanta, si allontanerà con ironica polemica, avviando una serie di lavori raccolti sotto il tema di Fogginia, opere realizzate con materiali pregiati come ebano, argento e alabastro in un gioco ironico nei confronti dell’idea di poverismo sovente “di maniera”.
Assecondando l’inesauribile spinta sperimentale di Nespolo, la mostra propone una serie di sale dedicate al tema del numero e della logica, che molti anni dopo daranno adito a lavori ispirati alla sezione aurea, ai grandi disegni su carta da spolvero, ai lavori in ceramica policroma, a quelli in legni policromi intarsiati e a quelli in vetro di Murano, per lo più realizzati dalla bottega Barovier & Toso.
Dopo la presentazione di una serie di dipinti di grande formato, realizzati negli ultimi anni e caratterizzati da immagini che si stagliano su un fondo nero, un’intera stanza è destinata alle fotografie che l’artista realizzò nella sua lunga permanenza a New York, in particolare gli scatti legati alle zone a sud di Manhattan, dove negli anni settanta e ottanta fiorirono una grande quantità di gallerie tra le più importanti al mondo. Esposti anche i modelli e bozzetti delle scene e i costumi che Nespolo ideò nell’ambito dell’opera lirica, per commissioni giunte da New York, Parigi, Roma e non solo.
A completare il percorso, alcune rare edizioni di libri d’artista, una sala dedicata ai lavori più recenti della serie Dark Side, opere di grandi dimensioni e dalla narrazione frammentata, e la grande scultura gonfiabile Roi Ubu, realizzata con l’amico Enrico Baj e posizionata sulla terrazza di Villa Giulia, che evoca l’interesse di Nespolo per la Patafisica (“la scienza delle soluzioni immaginarie”, come la definiva lo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry) e lo slancio di ottimismo che, in maniera propositiva e coraggiosa, si accompagna, anche nelle domande spesso inquietanti dell’oggi, al ruolo dell’artista e alla sua pratica.
Due opere di Nespolo saranno esposte anche al Museo del Paesaggio (Via Ruga 44 -Verbania), un’istituzione culturale profondamente legata al Lago Maggiore e delle sue valli.
Accompagna la mostra un catalogo Moebius edizioni.
BIOGRAFIA
Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne. Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”. Negli anni sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli anni settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi. Nel 1967 è pioniere del cinema sperimentale italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano Nespolo si dedica al cinema d’avanguardia e tra il 1967 e 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo “Revolving Doors”. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia. Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda l’Istituto Patafisico Ticinese ed è, ad oggi, riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo. Nei tardi anni sessanta con Ben Vautier dà il via a una serie di concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”.
Nonostante le contaminazioni americane non dimentica gli insegnamenti delle avanguardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” (1915). Da qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche da punto di vista dei materiali. Lavora su molteplici supporti e con tecniche differenti: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, alabastro.
Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline che hanno a che fare con l’estetica e il sistema dell’arte. Nel gennaio 2019 l’Università degli Studi di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Filosofia. La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti concettuali: “non si può fare arte senza riflettere sull’arte”. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune e acquista valore di opera d’arte. Allo stesso modo non dimentica il passato, lo rivisita, lo reinterpreta, lo rende attuale attraverso la citazione e la rievocazione, dandogli nuova vita, rendendolo spunto di riflessione.
VILLA GIULIA
Situata in riva al lago, in uno dei luoghi più panoramici di Verbania Pallanza, la villa è strettamente legata alla storia della famiglia pallanzese dei Branca. Costruita da Giuseppe Branca e dedicata alla moglie Giulia, fu terminata nel 1884, ampliando una preesistente villa edificata nel 1848 da Bernardino Branca, padre di Giuseppe e inventore del famoso Fernet. La progettazione venne affidata all’architetto Giuseppe Pirovano che ideò le due facciate principali una differente dall’altra: quella verso strada, severa, caratterizzata dal bugnato e da ampi finestroni; quella verso il lago, sfarzosa, ornata da scenografici loggiati sovrastati da una grande terrazza circolare. L’edificio è circondato da un ampio giardino, con grotte artificiali, terrazza belvedere e darsena. Nel dicembre del 1932 la villa venne acquistata dall’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo allo scopo di dotare Pallanza di una “Casa di ritrovo del forestiero”. Nel 1956 furono creati sul lato di ponente due ampi saloni, uno seminterrato e l’altro a livello del piano nobile. Oggi la Villa appartiene al Comune di Verbania ed è sede di mostre ed esposizioni di arte contemporanea, rassegne artistiche e musicali, e di importanti manifestazioni.