L’amore che ho – La storia di Rosa Balistreri: al cinema il film dedicato alla cantante popolare siciliana

Rosa Balistreri è stata una cantante siciliana che prima di diventare tale sopportò povertà e abusi: la sua storia è ora al centro del film “L’amore che ho” di Paolo Licata. Ecco il trailer

“Non lo sapete quanto vi amo. Non lo sapete quanto vi desidero. Non lo sapete come piango e come mi sento. Quando per un solo momento non vi vedo. Dentro la mia anima ho una vampa. E il mio cuore è vostro, non mio. Quando morirò non andrò in Paradiso. Perché per amare voi ho dimenticato di amare Dio”: è questo parte del testo – tradotto in italiano dal dialetto siciliano – del brano L’amuri ca v’haju (L’amore che ho per voi) di Rosa Balistreri, che dà il titolo al film di Paolo Licata.

L’Amore Che Ho – La storia di Rosa Balistreri: il film che mancava

“In noi cantanti della mia terra c’è una parte di lei”, ha affermato Carmen Consoli, che firma la colonna sonora del film – oltre ad interpretare il ruolo di Alice – e che ha sempre dichiarato la sua profonda ammirazione per Balistreri.

Sebbene la cantautrice sia un nome nel panorama musicale siciliano, della sua storia si conosce poco. La pellicola di Licata getta così luce su “i drammi e le gioie vissuti da una delle leggende della canzone popolare siciliana, Rosa Balistreri”, recita la sinossi ufficiale. “Una donna intensa, violenta, fragile e indistruttibile, pronta ad affrontare qualsiasi sacrificio per la sua causa, per la difesa dei diritti dei più deboli, dei lavoratori, delle donne abusate e ignorate, e per andare contro qualsiasi prevaricazione”.

Rosa Balistreri: cantante popolare e simbolo di emancipazione

Ma chi era Rosa Balisteri? Nata a Licata il 21 marzo 1927, in una famiglia modesta, tentò l’uccisione del marito, sposato con un matrimonio combinato. Scontata la pena a Palermo, trovò lavoro come custode nella Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, dove fu molestata dal parroco. Scappò allora a Firenze con il fratello e una sorella che, raggiunta dal marito, fu uccisa.

Rosa conobbe allora il pittore Manfredi Lombardi, con cui visse più di un decennio e che la presentò ad artisti quali Mario De Micheli, Ignazio Buttitta, Dario Fo. Fu molto apprezzata per le sue doti canore, tanto che Fo la volle nel suo spettacolo Ci ragiono e canto. Nel 1974 partecipò anche a Canzonissima, distinguendosi per la sua voce graffiante e l’intensa interpretazione.

Il 21 marzo 2024, la casa natale di Rosa Balistreri, in via Martinez 42, è stata aperta al pubblico e trasformata in un museo: qui sono esposti libri, fotografie, dischi e filmati d’archivio che raccontano l’avventurosa vita di questa orgogliosa siciliana.

Il film “L’amore che ho”

Dopo il documentario Rosa Balistreri – un film senza autore prodotto e trasmesso nel 2017 da Rai Storia, L’amore che ho è il primo film vero e proprio dedicato alla cantante. Ad interpretarla sul grande schermo nelle diverse età sono Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami, ma nel cast sono presenti tra gli altri anche Tania Bambaci e Vincenzo Ferrara.

Presentato al 42° Torino Film Festival, L’amore che ho è dall’8 maggio al cinema distribuito da Wanted e, ci scommettiamo, porterà alla ribalta la musica viscerale di una donna del Sud, che non ha avuto paura di sfidare le regole che ancora oggi attanagliano la nostra società.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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