Opere d’arte contemporanea in 100 borghi dell’Italia intera. Il progetto compie 5 anni e si presenta a Milano

Una Boccata d'Arte è un racconto corale e stratificato dell’iniziativa nata come risposta al silenzio imposto dalla pandemia la mostra presentata nei locali della Fondazione Elpis di Marina Nissim che ha avuto l’idea di portare l’arte contemporanea fuori dai grandi centri urbani

Cento artisti per cento borghi italiani (sotto i cinquemila abitanti), uno per ogni regione italiana. Sono questi i numeri dei primi cinque anni di Una Boccata d’Arte, il progetto diffuso d’arte contemporanea con cui Fondazione Elpis ha avviato la sua attività in piena pandemia nel 2020. Infatti, la sua identità è profondamente legata all’iniziativa, che nasce dall’idea della presidente Marina Nissim di portare l’arte contemporanea fuori dai grandi centri urbani. E se la mostra Dove non sono mai stato, là sono – al pubblico dall’8 maggio al 6 luglio 2025 presso la sede della fondazione in Via Lamarmora 26 a Milano – riporta nel sottotitolo il cospicuo numero di artisti partecipanti, e relativi borghi coinvolti, che può inizialmente “intimidire”, una volta immersi nella sua narrazione, svela la portata di un progetto curato nei minimi dettagli, anno per anno, profondamente sentito – particolare attenzione è dedicata al fenomeno della turistificazione dei borghi, quella “borgomania” di cui scrive Antonio De Rossi nella raccolta di saggi Contro i borghi – e per nulla ostico da esperire.

Fondazione Elpis a Milano presenta la mostra “Dove non sono mai stato, là sono”

Si tratta di un racconto corale e stratificato, da cui emerge la genesi di un progetto che è insieme artistico, sociale e territoriale: ogni anno gli artisti selezionati sono stati invitati a risiedere temporaneamente nei paesi scelti al fine di innescare un dialogo con le comunità e i luoghi interessati, restituendo successivamente l’esperienza in forma di interventi a volte site-specific, altre permanenti. Così, dal 2020 Una Boccata d’Arte ha raccolto tutte queste pluralità in un archivio prezioso e in costante trasformazione: dai paesi lacustri a quelli di montagna, dai villaggi medievali alle aree interne popolate da poche decine di abitanti. “I progetti hanno affrontato una molteplicità di temi, dalla mancanza di infrastrutture di base all’isolamento geografico e culturale e dal progressivo spopolamento delle zone rurali all’invecchiamento della popolazione, fino alla sopravvivenza delle lingue e dei dialetti, dei mestieri e delle tradizioni locali, e alla riformulazione delle identità comunitarie”, spiegano da Fondazione Elpis.

Il progetto “Una Boccata d’Arte” di Fondazione Elpis

Una Boccata d’Arte ha scelto di agire in ascolto, creando relazioni autentiche tra artisti e comunità e generando interventi capaci di restituire valore ai territori attraverso uno sguardo attento, situato e non stereotipato. Soprattutto, ha scelto di intervenire anche in quei luoghi che sono invece lontani dai soliti tracciati turistici o dagli itinerari dell’arte, in cui le ricchezze culturali e identitarie sono ancora tutte da scoprire”, continuano. Ad accompagnare gli artisti in questo processo di conoscenza dei luoghi, le “figure-ponte” dei curatori regionali, essenziali nel facilitare i rapporti con la cittadinanza e le istituzioni di riferimento, che negli anni hanno saputo costituire una piattaforma di scambio in costante aggiornamento, attiva anche, e soprattutto, dopo i periodi di residenza. “In molti casi, le esperienze sviluppate sui territori hanno lasciato tracce permanenti, a oggi sono circa 40 le opere donate dagli artisti o acquisite da enti pubblici: elementi che compongono un itinerario artistico diffuso, attivo tutto l’anno e che testimonia la portata reale dell’esperienza di Una Boccata d’Arte sui territori in cui ha portato e sviluppato i propri progetti”.

La mostra “Dove non sono mai stato, là sono”

Il percorso espositivo inizia già all’esterno della fondazione, dove sono installate Abracadabra di GRJB e le sculture di Agostino Quaranta. Al piano terra, oltre alle torri-sogno di Matteo Nasini, sono presentati disegni e bozzetti che raccontano il processo creativo degli artisti nei borghi. Qui, sono presenti anche nuove produzioni site-specific come la mappa di Simone Carraro e l’installazione murale di Mattia Pajè, che continuano idealmente la narrazione del progetto. Nel piano interrato, invece, il pubblico è invitato a immergersi in un archivio narrativo composto da video, installazioni sonore, pubblicazioni e vari materiali raccolti negli anni. E per l’occasione, le sculture in gommapiuma di Sabrina Melis accolgono e ne accompagnano la consultazione. Infine, al primo piano, l’installazione del collettivo Atelier Tatanka trasforma oltre 3.000 fotografie d’archivio in una grande mappa visiva, un atlante che ripercorre i luoghi, le opere e le relazioni sviluppate nei vari territori, dando nuova forma e significato all’intera esperienza riletta nella sua coralità.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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