Vulcani, corpo e terra nella mostra di Ruben Brulat a Milano

Attraverso fotografia e poesia, l’artista francese invita i visitatori di Spazio Leonardo a prendersi un momento per riflettere sul legame tra corpo e natura, tra immagini di vulcani, foreste e memorie ancestrali

L’ultimo progetto del francese Ruben Brulat (Laudun, 1988) proposto sotto forma di fotografia, scultura e poesia, si concretizza in una mostra che rappresenta un racconto visivo e spirituale sul legame primordiale tra il corpo umano e la natura, in una danza performativa tra vulnerabilità e forza. Il titolo nasce da una riflessione dell’artista: il corpo, inserito in un contesto naturale incontaminato, risulta “senza membrana, dissolto nella natura e negli elementi circostanti”.

I vulcani nella ricerca di Ruben Brulat

Cuore pulsante dell’esposizione sono cinque fotografie tratte dall’ultimo progetto di Brulat dedicato ai vulcani. Scattate in modalità analogica con il banco ottico, le immagini catturano performance irripetibili in luoghi remoti come l’Etna, la depressione della Dancalia e l’Indonesia. Qui, l’artista si abbandona al paesaggio, lasciandosi modellare dalla terra e dal vento. Il suo corpo diventa un frammento della natura, una presenza effimera che respira insieme alla terra, che muta insieme a essa. E proprio nel perpetuo mutare delle cose, i vulcani, con la loro trasformazione continua, si fanno metafora della fragilità e della resistenza umana.

Il corpo dell’artista come eco della terra

Agli scatti fotografici si affianca una scultura a parete che richiama la forma di bastoni sciamanici, realizzata con gesso e materiali organici raccolti nella foresta di Fontainebleau. Un oggetto sospeso tra rito e memoria, ottenuto dall’intervento insieme dell’artista e della terra dove tali materiali sono stati sepolti. Il procedimento con cui la scultura è stata realizzata evoca antichi gesti di connessione con la terra, suggerendo un ritorno a un sapere arcaico, a una dimensione spirituale in cui l’uomo e la natura si riconoscono parte dello stesso sistema. Nonostante l’atto del camminare sia un’esperienza creativa necessaria per l’artista, l’obiettivo di questa mostra è invece quello di fermarsi e aprirsi alla contemplazione. Lo suggeriscono le poesie di Ruben Brulat, già presentate al Museo Nazionale della Montagna di Torino nel novembre 2024 che, stampate in piccolo formato e in lingua francese, richiedono un’attenzione intima che invita l’osservatore a rallentare.

Spazio Leonardo: la comunione tra valori, arte e quotidianità

Ta sphère est sans peau si inserisce con naturalezza nella filosofia di Spazio Leonardo, luogo che da sempre promuove il benessere psico-fisico attraverso l’arte. Un progetto che non è solo un’esposizione ma anche un invito a spogliarsi delle sovrastrutture sociali per ritrovare una dimensione di essenzialità e ascolto profondo. Come nelle mostre che si sono susseguite nel corso degli anni, anche questa volta Spazio Leonardo sceglie di dare voce a un giovane artista e a un progetto in perfetta sintonia con la propria visione: portare l’arte contemporanea in dialogo con la vita quotidiana, per favorire il benessere dell’individuo in ogni ambito, persino nel contesto lavorativo. Un luogo che, anno dopo anno, si conferma come un punto di riferimento nella mappa culturale di Milano, una finestra aperta sulla ricerca artistica emergente e sulla forza collaborativa e sociale dell’arte contemporanea.

Alessandra Frigerio

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