Tante immagini dall’opening di Takashi Murakami da Gagosian New York. Ovvero ricreare un tempio in uno dei “templi” dell’arte contemporanea

Tra spiriti in stile koonsiano e dipinti giganteschi, Takashi Murakami si supera in magnificenza nel nuovo solo show appena inaugurato da Gagosian a New York, con un’articolata riflessione su vita e religioni orientali. L’installazione supera ogni aspettativa, e oltre ai “soliti” dipinti l’artista pop-manga giapponese si spinge oltre affrontando nel suo inconfondibile stile l’antitesi dicotomica […]

Tra spiriti in stile koonsiano e dipinti giganteschi, Takashi Murakami si supera in magnificenza nel nuovo solo show appena inaugurato da Gagosian a New York, con un’articolata riflessione su vita e religioni orientali. L’installazione supera ogni aspettativa, e oltre ai “soliti” dipinti l’artista pop-manga giapponese si spinge oltre affrontando nel suo inconfondibile stile l’antitesi dicotomica della cultura contemporanea (antico e moderno, oriente e occidente, sacro e profano) in una serie ispirata agli Arhat, individui degni di venerazione nella religione buddista. Ampliando notevolmente il corpo di lavori già presentato quest’estate a Palazzo Reale a Milano, Murakami rivoluziona la galleria ricreando in una delle sale un vero e proprio tempio buddista a dimensione naturale, con tanto di karajishi, spiriti guardiani, alla porta.
Una serie ispirata alla caducità della vita e della condizione umana cui l’artista ha iniziato a lavorare in seguito al terremoto di Tohoku nel 2011, riflettendo sul ruolo della cultura e della religione come appiglio alla traumatica transitorietà dell’esistenza. Mantenendo il suo emblematico stile pop e una vena di ironia, Murakami rappresenta gli arhat e le divinità con fattezze più che umane, quasi grottesche, e veramente poco di etereo o spirituale si coglie nelle opere, dove le figure si stagliano su sfondi oro e argento. Una fusione magistrale di spiritualità, divinità e feticci antichi e moderni, nel riuscito intento di mostrare il surreale contrasto dei nostri tempi. Un passo avanti interessante nella carriera e produzione di un artista diventato famoso per le statue erotiche in stile manga, le ciliegie di Vuitton e una gigante scultura di sé, intitolata appunto Ego, presentata nel suo solo show al Museo del Qatar a Doha. Tutto da vedere nella fotogallery…

– Ludovica Capobianco

Fino al 17 Gennaio 2015
Gagosian Gallery
555 West 24th Street – New York
http://www.gagosian.com

 

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