La nuova Galleria Nazionale di Roma. L’opinione di Ludovico Pratesi

Prosegue il dibattito intorno al nuovo allestimento della (ex) GNAM di Roma proposto dalla neodirettice Cristiana Collu. Dopo l’opinione di Costantino D’Orazio, ora la voce è quella di Ludovico Pratesi.

CAMBIA IL NOME, CAMBIA TUTTO
L’arte del passato non esiste più nelle forme in cui esisteva un tempo. La sua autorità si è persa. Al suo posto vi è il linguaggio delle immagini”. Le parole del critico d’arte inglese John Berger sembrano essere state scritte per introdurre la mostra Time is out of joint, che sancisce la nuova linea espositiva e curatoriale dell’ex Galleria Nazionale d’Arte Moderna, ribattezzata più semplicemente Galleria Nazionale, ad opera della nuova direttrice Cristiana Collu, in collaborazione con il critico Saretto Cincinelli.
Già dal cambio del nome, avvenuto a giugno in occasione dell’inaugurazione della mostra The Lasting (ora inserita in Time) si poteva intuire il nuovo corso, che abolisce le distinzioni tra arte moderna e contemporanea, per istituire un nuovo ordine, dove de facto questi confini vengono cancellati del tutto. Così come eliminato è l’allestimento filologico voluto dall’allora soprintendente Sandra Pinto, che aveva voluto riportare alle sue linee originarie l’edificio di Cesare Bazzani, costruito come padiglione nazionale dell’Expo del 1911. Lo rimpiangiamo? Credo proprio di no. Via le boiserie di legno chiaro, via i colori alle pareti, via orpelli e decorazioni: ora le sale risplendono di un candore immacolato, reso ancora più puro dalla luce del giorno.

Time is out of joint - exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 - photo Giorgio Benni

Time is out of joint – exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 – photo Giorgio Benni

RELAZIONI APERTE
La mostra riunisce 500 opere di 170 artisti, che i curatori hanno disposto non per criteri tematici né tantomeno cronologici, ma per assonanze (simboliche, concettuali, ma soprattutto visive) raffinate e sensibili, spesso non banali né ovvie, per dare vita a “nuove inaspettate relazioni nello spazio simbolico del museo” (Collu). Relazione diventa quindi la parola chiave per entrare in queste sale ampie e luminose, nelle quali ogni opera dialoga con le altre all’interno dello spazio privilegiato della visione, dove il tempo rassicurante della storia passata viene sostituito da un orizzonte aperto, dove i riferimenti provengono dalle relazioni delle opere tra loro.
Con una costante interessante e peculiare, una sorta di fil rouge che sembra strizzare l’occhio a un capolavoro di Pistoletto, la Venere degli stracci (1967): in quasi tutte le sale, una scultura neoclassica è posizionata verso le opere presenti alle pareti, come una sorta di genius loci di un luogo dove la memoria dell’antico costituisca la misura di un’armonia che domina silenziosa questa mostra, che sarebbe piaciuta a Eugenio d’Ors, autore di un piccolo e prezioso libro, Tre ore nel museo del Prado. Un itinerario estetico, scritto nel 1922 dal critico catalano e ripubblicato nel 1991 da Pratiche, tradotto da Luigi Rolli.

Time is out of joint - exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 - photo Giorgio Benni

Time is out of joint – exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 – photo Giorgio Benni

UN ORIZZONTE TRASVERSALE
Via le risposte, largo alle domande. Quali fili legano gli Stati d’animo (1911) di Umberto Boccioni con la Diana di Ercole Dante (1845)? Come si coniuga il tratto nervoso dei mirabili nudi femminili (1905-1915) disegnati da Auguste Rodin con la Natura morta (1943) di Felice Casorati? È la materia bruta o la morte a unire insieme l’opera di Burri e le carcasse dei cavalli appese al soffitto di Berlinde De Bruyckere? Nel 1898 Angiolo Tommasi guardava gli esuli con lo stesso sguardo di Adrian Paci?
In questo orizzonte traversale ma intenso e emozionante, riemergono opere sconosciute e si scoprono tesori inaspettati, come le fotografie di Pino Pascali e Sandro Lodolo, si lascia spazio ad opere di artisti emergenti, come Luca Rento e Alessandro Piangiamore, e a figure internazionali, come Ugo Rondinone, Ana Mendieta o Jeff Wall.
Un museo come un luogo per riflettere sull’arte e sulla sua natura nel XXI secolo, che Berger descrive, nel lontano 1972, con queste profetiche parole: “Per la prima volta nella storia le immagini d’arte sono diventate effimere, ubique, inconsistenti, disponibili, senza valore, libere. Esse ci circondano nello stesso modo in cui ci circonda un linguaggio” (Questione di sguardi, Il Saggiatore 2007).

Time is out of joint - exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 - photo Giorgio Benni

Time is out of joint – exhibition view at Galleria Nazionale, Roma 2016 – photo Giorgio Benni

NIENTE È PERMANENTE
Cristiana Collu definisce questa mostra “un tempo cinematografico, un racconto, un flusso di memoria, un’anticipazione di quello che verrà”: abbandonate le loro pose auliche e solenni, in questo museo le muse giocano e si divertono. Si sono riprese i loro spazi divini, e ci suggeriscono di visitarli a mente libera , pronti ad accettare le loro suggestioni. Hanno disubbidito all’idea canonica di allestire in maniera accademica e didattica per farci entrare in un mondo dove la matematica è stata sostituita dall’insiemistica, dove la collezione permanente si è trasformata in una mostra temporanea.
Questo è il vero punto della questione: nel mondo in cui viviamo, ha ancora senso la parola permanente e cosa significa? Nell’attesa di trovare la risposta, consiglio vivamente una visita alla Galleria Nazionale, che porta a Roma la brezza di un presente complesso e inquieto, ma pieno di fresco e sincero ottimismo, di cui abbiamo un disperato bisogno.

Ludovico Pratesi

Roma // fino al 15 aprile 2018
Time is Out of Joint
a cura di Cristiana Collu in collaborazione con Saretto Cincinelli
GNAM
Viale delle Belle Arti 131

06 32298221
[email protected]
http://lagallerianazionale.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/56677/time-is-out-of-joint/

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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