Il selfie dall’Ottocento a oggi. Piccola storia dell’autoscatto nell’arte contemporanea

Amato, odiato, usato da grandi e piccini (persino dal Papa!), il selfie è la forma di autorappresentazione più diffusa del nostro tempo. Ma cosa spinge le persone ad usarlo? Questo video cerca le risposte nella storia dell'arte.

Tutti lo odiano, ma (quasi) tutti l’hanno usato, almeno una volta nella vita. Parliamo del selfie, versione contemporanea e tecnologica del tradizionale genere dell’autoritratto, divenuto estremamente popolare negli scorsi anni grazie alla diffusione degli smartphone e all’introduzione della front-facing camera, che permette di auto-ritrarsi senza ricorrere allo specchio. Ma cosa spinge milioni di persone al mondo, ogni giorno, a metterci la faccia? Questo video, prodotto dalla PBS Digital Studios, canale web dell’omonima casa di produzione televisiva statunitense, per la serie The Art Assignment, cerca di collegare la contemporanea mania per l’autoritratto con i tanti precedenti eccellenti che costellano la storia dell’arte. A partire dalle primissime fotografie, che risalgono alla prima metà dell’Ottocento, per arrivare agli autoscatti di Ai Weiwei, passando per Andy Warhol, Francesca Woodman, Cindy Sherman e Vivien Maier (solo per citarne alcuni).

Ai Weiwei, 2009

L’autoscatto di Ai Weiwei mentre viene arrestato dalla polizia cinese, 2009

La curatrice Sarah Green costruisce un percorso efficace e coinvolgente, passando in rassegna le tante implicazioni del genere: dall’affermazione della propria personalità all’indagine sull’identità di genere; dall’intenzione diaristica a quella di protesta. Ogni artista ha utilizzato l’autoscatto in modo differente e personale, ma in tutti gli esempi si può ravvisare un filo conduttore: la necessità di controllo, una consapevole “presa di potere” sulla propria immagine, che diviene strumento di racconto e comunicazione. Naturalmente, come conclude anche la Green, non tutti i selfie sono arte, ma alcune opere d’arte possono certamente essere considerate dei selfie, e la storia della sperimentazione creativa sul genere può aiutarci a trovare una chiave di lettura per questo trend del nostro presente.

– Valentina Tanni

www.theartassignment.com

 

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Valentina Tanni

Valentina Tanni

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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