Leonardo DiCaprio investe ancora in cultura. Stavolta sull’app Magnus, la “Shazam dell’arte”

Si ritorna a parlare di Leonardo DiCaprio che investe nell’arte. Questa volta però non in un Basquiat o in un Murakami, ma in “Magnus”, app innovativa denominata la “Shazam dell’arte” che ha già fatto arrabbiare molte persone…

È ormai noto l’amore di Leonardo DiCaprio per l’arte contemporanea, passione che vede la star di Hollywood sempre in prima linea alle aste di Christie’s o Sotheby’s oppure durante le grandi fiere internazionali come Frieze e Art Basel. Inoltre tutti conosciamo la famosa tiritera sul perché mamma e papà DiCaprio abbiano scelto di chiamare il figlio “Leonardo”: “mio padre racconta che con mia madre erano in visita alla Galleria degli Uffizi, a Firenze, e si fermarono a guardare un dipinto di Leonardo da Vinci”, racconta l’attore. “Mia madre era incinta e pare che io iniziai a calciare furiosamente: loro lo presero come un presagio”. Una scelta obbligata quella dell’arte? Forse. Fin da bambino infatti il padre l’ha introdotto nei grandi giri dell’arte a Los Angeles, portandolo anche per musei e gallerie.

L’APP MAGNUS UN NUOVO INVESTIMENTO

Recentemente l’attore americano ha dichiarato di aver investito nella Magnus, app che nel 2016, anno in cui è nata, aveva creato non pochi malumori nel mondo dell’arte.  Definita dai più come la “Shazam dell’arte”, l’app riconosce un grandissimo numero di dipinti, statue e non solo. Come funziona? Basta aprire l’app scattare una foto dell’opera di cui vi interessa avere maggiori informazioni ed ecco che in pochi secondi il nome dell’artista, il titolo, la data, la storia espositiva e il prezzo vengono svelati.

LE CONTROVERSIE DI MAGNUS NEL MONDO DELL’ARTE

Magnus però non ha mai avuto una vita facile. Realizzata nell’aprile del 2016 da Magnus Resch, ex gallerista tedesco e autore del libro Management of Art Galleries, l’app è nata con l’intento di aumentare la trasparenza nel mondo dell’arte e di allargare il numero dei possibili acquirenti. I dati sono contenuti in un grande database di 10 milioni di opere. Molti competitor, che si sono sentiti minacciati dal lancio dell’app, hanno fatto in modo che venisse temporaneamente tolta dall’Apple Store. I capi d’accusa sono stati mossi da Artsy e Artfact (piattaforme online per la compravendita di opere d’arte), che hanno dichiarato che i dati forniti da Magnus erano stati rubati dai loro database; inoltre anche tre gallerie tedesche hanno dichiarato di essere state raggirate per fornire informazioni sensibili. La questione però si è conclusa con un nulla di fatto, Resch è stato assolto e l’app reinserita negli Store. Oggi è presente in versione gratuita sia per Android che per iOS.

LE ALTRE APP PER L’ARTE

Oltre a Magnus, esistono altre app pensate per il mondo dell’arte, come Smartify e Art Recognizer. Sempre di più sono le applicazioni che nascono con lo scopo di riconoscere le opere d’arte grazie ai propri dispositivi elettronici, ognuna ovviamente con le sue peculiarità. Smartify, ad esempio, è stata lanciata ad un anno da Magnus, nel 2017. Secondo quanto dichiarato dal suo fondatore Thanos Kokkiniotis, si tratta di un oggetto a metà strada tra Spotify e Shazam. Dopo avere scattato una foto all’opera interessata, l’utente ha la possibilità di avere informazioni su di essa e poter creare una gallery personale. Però le opere riconosciute sono ancora limitate a quelle conservate al Louvre di Parigi, al Met di New York, al Rijksmuseum di Amsterdam e alla Wallace Collection di Londra. A breve però verranno inseriti altri spazi. Anche la app di Google Arts & Culture ha lanciato la funzione Art Recognizer. Chi sarà il prossimo?

– Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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