Good to Talks, il progetto di 5 gallerie berlinesi che fanno mercato senza farsi concorrenza

Mentre Berlino si prepara alla sua Art Week, un gruppo di giovani gallerie ha deciso di mettere insieme le proprie forze per creare collaborazioni di tipo non commerciale e per avvicinare nuovi target di pubblico. Un evento di 46 ore previsto l’8 settembre metterà in pratica queste nuove idee imprenditoriali

La città di Berlino riscalda i motori e si appresta a ospitare la prossima edizione della Berlin Art Week, l’appuntamento annuale dedicato all’arte contemporanea che si svolgerà tra il 13 e il 17 settembre e vede nelle fiere Art Berlin, che ha rimpiazzato la precedente abc – art berlin contemporary, e Positions i suoi eventi principali. In un contesto come quello fieristico in cui gli argomenti legati al mercato e alla concorrenza hanno la meglio persino su disquisizioni prettamente legate al fare artistico, ecco che proprio dalle nuove leve del mondo delle gallerie berlinesi si palesano nuovi modi di fare impresa, basati su collaborazioni di tipo “non commerciali”.

UNA MARATONA D’ARTE PER APRIRSI A NUOVI TARGET DI PUBBLICO

Eigen + Art Lab, Thomas Fischer, Klemm’s, Daniel Marzona e Tanja Wagner sono le cinque gallerie berlinesi di nuova generazione che hanno deciso di mettere insieme le proprie forze e di collaborare anziché farsi concorrenza a vicenda, e Good to Talk è l’evento da loro organizzato che si svolgerà nel fine settimana precedente all’inizio della Berlin Art Week e che racconterà al pubblico la loro esperienza collaborativa. Una maratona di 46 ore con un ricco programma di talk, spettacoli, concerti, proiezioni cinematografiche e dj-set avrà come obiettivo quello di attirare un determinato target di pubblico, ovvero quello che solitamente è al di fuori del mondo dell’arte. Riflessione, questa, a cui queste gallerie sono giunte attraverso l’osservazione delle dinamiche economiche berlinesi degli ultimi tre anni, contraddistinte dalla presenza di giovani dai redditi significativi e da persone provenienti da fuori che hanno poca o nessuna esperienza con l’ambiente artistico.

LA NECESSITÀ DI NUOVI MODI DI FARE IMPRESA

“Good to Talk è un’offerta che la comunità artistica sta dando al pubblico”, spiega Sebastian Klemm, cofondatore e condirettore della galleria Klemm. “Spero che Good to Talk possa offrire a un pubblico più ampio un primo sguardo sul mondo dell’arte”. Un nuovo modo di fare mercato ma senza fare mercato, almeno sulle prime, che nasce dalla consapevolezza della necessità di cambiare approccio con i competitors e il pubblico. “Il nostro sistema è stato lo stesso per un po’, esposizioni classiche in galleria, partecipando alle fiere, e penso che tutti, collezionisti, curatori e artisti, si sentano affaticati”, racconta Tanja Wagner. “È un momento in cui tutti vogliono sperimentare e provare nuove cose, non solo esposizioni in gallerie o in fiere”. Un cambio di rotta rispetto alla vecchia guardia del mondo delle gallerie, di cui questi giovani sperimentatori sono consapevoli: “ci sono stati gruppi di gallerie a Berlino che sono diventati piuttosto influenti. Non siamo interessati a creare un gruppo come quello”, spiega Marzona. “Tutti possono vedere la necessità di nuove collaborazioni e nuovi formati”, aggiunge Schwanz. “Le fiere esisteranno in futuro, ma non basta. Nel mondo dell’arte, hai bisogno di sviluppi, hai bisogno di inventarti in un nuovo modo. È tempo che la scena artistica pensi a nuovi formati, che all’inizio non hanno nulla a che fare con il lato commerciale”.

– Desirée Maida
Good to Talks
Dall’8 al 10 settembre 2017
Berlino, Berghain Kantine Am Wriezener Bahnhof 10243
https://goodtotalk.de/

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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