Ad Aarhus il sequel della mostra newyorkese Future Feminism. Con una svolta ecologista-femminista

Invitate dalla cantante e artista transgender Anohni, un gruppo di performer e artiste americane inscenano ad Aarhus, Capitale Europea della Cultura 2017, il sequel della mostra Future Feminism, con una svolta ecologista.

Va avanti il ricco programma di Aarhus, Capitale Europea della Cultura 2017. È la seconda volta, spiegava la nostra Giulia Mura in un nutrito articolo su Artribune, che una città danese ottiene un tale riconoscimento. Dopo Copenaghen nel 1996, Aarhus nel 2017 è infatti sia Capitale Europea della Cultura che Regione Europea della Gastronomia. Vivace cittadina costiera dello Jutland, giovane e fortemente dinamica – 320mila abitanti di cui 60mila studenti, età media 32 anni – dove a spiagge e boschi, fiordi e coste si alternano siti patrimonio Unesco, ristoranti di livello e strutture museali di grande interesse. E mostre importanti. Come Future Feminism – calls for the emergence of a feminine collective consciousness to save what remains of our world. Il lungo titolo non lascia spazio a molti dubbi sul progetto, che nasce nell’ambito del programma di residenze, promosso insieme al British Council, che ospita Anonhi. L’artista ha, infatti, invitato Kembra Pfahler e Johanna Constantine a riproporre, insieme a lei, una mostra già realizzata in America nel 2014.

LA MOSTRA DEL 2014 NELLA BOWERY

Tre anni fa, un collettivo di cinque artiste (la Pfalher, la Constantine, Anohni, Bianca Hunter e Sierra Casady) presentarono nella Bowery (presso la Hole Gallery, New York), una mostra e un programma di performance della durata di 13 giorni. Dopo questa esperienza le cinque artiste hanno trascorso tre anni in ritiro e sviluppato l’idea alla base di questa seconda edizione di Future Feminism, riattualizzandola. Oggi, il ruolo della donna, per il gruppo, è fondamentale per evitare il collasso ecologico; le artiste inoltre lanciano una chiamata per costruire una nuova coscienza collettiva e femminile, riorganizzando i nostri comportamenti e lavorando per salvare ciò che rimane del nostro mondo.
Il progetto si svolge fino al 3 settembre presso ‘O’ Space, una piattaforma di arte contemporanea e videoarte creata dalla Capitale Europea della Cultura nel 2017, nell’area portuale e industriale. La mostra si compone di 13 opere, di una serie di performance, talk, workshop, eventi.

CHI È ANOHNI

A iniziare il tutto, un programma di residenze che ospita Anohni, la cantante, compositrice, artista transgender britannica, naturalizzata statunitense. Nata nel 1971, è nota anche come Antony Hegarty o Antony (nome con il quale partecipò alla mostra del 2014), è stata la cantante del gruppo Antony and the Johnson. Cresciuta nella baia di San Francisco, ha fondato con Johanna Constantine negli anni ‘90 il collettivo Blacklips, esibendosi come drag queen con il nome di Fiona Blue a New York. Nel 2015 cambia definitivamente nome, abbandonando il maschile per il femminile Anonhi. La sua pratica performativa, spiega Juliana Engberg, direttore dei programmi per Aarhus 2017, “è riconosciuta in tutto il mondo per il suo modo corporeo e viscerale di comunicare urgenze e passioni. È inoltre una generosa promotrice”, come in questo caso, “di idee collaborative, energie ed espressioni. Future Feminism è una piattaforma provocatoria che mette la sensibilità femminile e la coscienza femminile al centro della sopravvivenza futura della specie”. 

– Santa Nastro

Gallery ‘O’ Space,
Mindet 6, Aarhus C, Danimarca
http://www.aarhus2017.dk/en/calendar/future-feminism/17957/

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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