Il Tribunale di Milano rimette in vendita il cd di Waters, accusato di plagio da Emilio Isgrò

La copertina del nuovo disco del leader dei Pink Floyd, uscito il 2 giugno ricorda le “cancellature” dell’artista siciliano residente a Milano. La decisione del Tribunale, tuttavia, è cautelare e provvisoria. E la Sony rimette in vendita il cd.

Lui è Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937), residente a Milano campione della Poesia Visiva e famoso per le sue cancellature. L’altro è Roger Waters, uno dei musicisti più famosi e stimati al mondo, leader dei Pink Floyd. Il 2 giugno è uscito per la Sony il suo nuovo disco Is the Life We really Want?, con una copertina che ricorda moltissimo le opere del maestro siciliano. L’immagine simbolo dell’album, infatti, che compare anche nell’area download dei formati digitali e nei vinili, rappresenta la pagina di un libro parzialmente cancellata con vigorosi segni neri, come nelle famose opere dell’artista concettuale, incluse nella nota e longeva serie Le cancellature.
Isgrò, vedendo il disco, avrebbe commentato: “è un plagio palese delle mie opere. Detto questo a me i Pink Floyd piacciono anche”. Ma non è bastata la passione per opere come The Dark Syde of the Moon a fermare il suo senso di giustizia e l’artista ha portato la questione in Tribunale a Milano, con l’obiettivo di stoppare le vendite del disco. Sotto accusa anche il libretto e l’involucro.

La cover del disco di Roger Waters

La cover del disco di Roger Waters

IL LEADER DEI PINK FLOYD

Nessuna dichiarazione dal leader dei Pink Floyd: l’intera questione è stata gestita dalla casa discografica Sony che ha anche presenziato in Tribunale nel corso della prima udienza. Da sempre Waters utilizza per le cover e per i suoi libretti immagini forti ed evocative. Tra le più famose, le sequenze a cartoni animati, vere e proprie opere d’arte, che fanno parte del film, girato da Alan Parker, legato al disco The Wall, realizzato con la band nel 1979.

Roger Waters. Ph. Wikimedia

Roger Waters. Ph. Wikimedia

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE

Ma il Tribunale civile meneghino non ha accolto, almeno per il momento, la richiesta di Isgrò e il disco, bloccato negli scorsi giorni in via cautelare, è tornato già in commercio, quanto meno fino al 19 luglio, nuova data per il processo. Non si tratta però di una decisione definitiva, tutt’altro, c’è ancora da aspettare: il provvedimento del Tribunale resta cautelare e provvisorio. Una altalena, quindi che non accoglie risolutivamente le istanze né dell’uno né dell’altro contendente.

Emilio Isgrò, Mare aegeum, 1970, 42x56 cm, china su carta geografica intelata in box di legno e plexiglass, Collezione privata

Emilio Isgrò, Mare aegeum, 1970, 42×56 cm, china su carta geografica intelata in box di legno e plexiglass, Collezione privata

LE CANCELLATURE

La somiglianza tra opera e cover è effettivamente evidente. “La cancellatura”, spiega l’artista, “è come lo zero in matematica, chiamato a formare da solo tutti i numeri e tutti i valori”. Isgrò realizza nel 1964 le prime cancellature su enciclopedie e libri “contribuendo alla nascita e agli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale”, spiega ancora sul proprio sito web. Diventate iconiche queste opere, vengono ospitate nel 1987 all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid in una grande antologica che raccoglie le più importanti dal 1965 fino al 1987. Ancora, Skira realizza nel 2007 un volume intitolato La cancellatura e altre soluzioni, gli scritti pubblicati su quotidiani e riviste. Nel 2016 viene dedicata a Isgrò a Milano una grande mostra antologica a Palazzo Reale, viene esposto anche una sua opera alle Gallerie d’Italia, mentre nel 2017 debutta a Londra e Parigi con la Galleria Tornabuoni. Data la risonanza e la storicità dell’artista è improbabile che la discussione possa risolversi facilmente. Ciò che è certo è che fino al 19 luglio il disco diventa un possibile pezzo da collezione.

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Redazione

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