Artisti, architetti e creativi in residenza per cambiare la città. Fase due per le Zone Artistiche Condivise di Cinisello Balsamo: quasi duecento le idee giunte dal basso per un progetto di arte sociale da realizzare entro l’autunno

Sono quasi duecento. C’è chi sogna la riconversione di vecchie aree industriali e chi chiede più spazi verdi; ci sono i ragazzini delle scuole che vorrebbero campi da calcio e piste per kart disseminati un po’ ovunque, mentre non manca chi immagina un arredo urbano affidato – in futuro – all’estro e all’inventiva degli street […]

Sono quasi duecento. C’è chi sogna la riconversione di vecchie aree industriali e chi chiede più spazi verdi; ci sono i ragazzini delle scuole che vorrebbero campi da calcio e piste per kart disseminati un po’ ovunque, mentre non manca chi immagina un arredo urbano affidato – in futuro – all’estro e all’inventiva degli street artist. Esperimenti di partecipazione e condivisione in quel di Cinisello Balsamo, hinterland a nord di Milano, dove si chiude la fase delle proposte e si comincia quella della elaborazione per ZAC, le Zone Artistiche Condivise ideate dal laboratorio creativo HubOut con il sostegno dell’ANCI e del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tutto nasce nell’autunno 2012 con la selezione di dieci creativi – circa duecento le richieste di adesione – chiamati a intraprendere un percorso di formazione e sviluppo di una piattaforma, digitale ma non solo, in grado di ordinare e organizzare progetti di arte sociale. Le proposte arrivano dal basso, vengono discusse via social network ed incontri pubblici: come volete cambiare la vostra città? Quale intervento ritenete più urgente per migliorare la qualità della vita? Nelle scorse ore lo stop alle telefonate e l’avvio della complessa fase di selezione di sole quattro idee: da trasformare in progetti realmente fattibili e sottoporre nuovamente al giudizio popolare, nel corso di incontri e dibattiti, ma anche – naturalmente – con un occhio alla scrematura che avverrà nella piazza digitale della rete.
Per passare dal libro dei sogni alle istruzioni per l’uso arrivano in soccorso quattro tutor d’eccezione, in residenza a Cinisello per parte dell’estate. Ecco in arrivo il collettivo di artisti veneti Blauer Hase, che con l’elaborazione del festival Helicotrema e le sperimentazioni condotte nella cornice di Dolomiti Contemporanee ha già da tempo intrapreso la strada dell’arte relazionale; ed ecco Martino Genchi, gli architetti romani di Orizzontale e gli utopici creativi francesi del gruppo Exyzt, di passaggio nel 2006 nel Padiglione Francia della Biennale di Architettura.
A loro il compito di tradurre i sogni della comunità in qualcosa di realmente fattibile. Con l’obiettivo, una volta selezionata l’idea con la i maiuscola, di arrivare in autunno alla sua messa in opera.

– Francesco Sala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Francesco Sala

Francesco Sala

Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di…

Scopri di più