Vivian Maier e la poesia del quotidiano. A Lucca

Palazzo Ducale, Lucca – fino all’11 dicembre 2016. La newyorchese “tata fotografa”, come affettuosamente comincia a essere conosciuta nell’ambiente artistico, rivela al mondo, purtroppo in maniera postuma, la sua sensibilità di indagatrice della realtà. Dopo le mostre al MAN di Nuoro e allo Spazio Forma di Milano, il Photolux Festival propone un’ampia retrospettiva con numerosi inediti dell’opera della Maier, riscoperta quasi per caso dopo l’acquisto dell’archivio da parte di un privato cittadino.

UNA FIGURA MISTERIOSA
Di Vivian Maier (1926-2009) sappiamo pochissimo, nonostante sia una figura a noi contemporanea. Niente ci è noto della sua formazione né delle sue vicende provate. Uno stile di vita riservato e l’interesse verso la fotografia che persegue con quella stessa sensibilità messa in campo nel suo lavoro di bambinaia presso varie famiglie americane.
È in Francia che si accosta alla fotografia, a Champsaur, in Alta Savoia, nel 1949, e ne fa la passione della sua vita. Questi scatti, sinora inediti, sono piccole scene di vita quotidiana alla stregua di bozzetti giornalistici che colpiscono per la loro immediatezza e spontaneità. Sono le costanti della fotografia della Maier, il cui lavoro, pur accurato, non è mai accademico, bensì d’immediata lettura; una spontaneità che si trasforma in poesia. Accanto alla vastità della natura e all’imponenza delle montagne, ammiriamo i ritratti dei contadini del villaggio, immortalati nei campi, nei loro modesti interni domestici, o assieme agli animali da lavoro. A questi soggetti, umili ma intensi, si avvicina con la rispettosa sensibilità di un van Gogh, ne estrapola l’anima che cattura da un sorriso, da una ruga incisa in quei volti che sembrano della stessa roccia delle montagne. Una narrativa fotografica che si avvicina alle atmosfere dei Racconti dell’Ohio di Sherwood Anderson.

© Vivian Maier – Collezione Association Vivian Maier et le Champsaur, Fondo John Maloof

© Vivian Maier – Collezione Association Vivian Maier et le Champsaur, Fondo John Maloof

GLI SCATTI AMERICANI
Pur inserita ormai in un ambiente urbano, la Maier va alla ricerca di angoli di quiete, intimi, appartati, di situazioni spontanee, in una sorta di continuità con le atmosfere savoiarde. Un fil rouge direttamente riconducibile alla sua riservatezza, che emerge da fotografie quotidiane eppure mai banali, che colgono gli esseri umani in momenti di solitudine o di gioco o di rilassato abbandono. La natura si mostra attraverso gli alberi di Central Park che semi nascondono i grattacieli, e l’unica immagine di richiamo alla vita urbana è ripresa in notturna, quando la strada è ormai deserta. E ancora, la spiaggia (quasi una marina di Bechi o Signorini), dove pare di sentire il rumore delle onde. Gli autoscatti allo specchio ci restituiscono l’immagine di una giovane donna dalla bellezza sommessa, ma solare e ben curata, dalla personalità non certo scialba, intuibile da quel suo distogliere lo sguardo dall’obiettivo negli autoscatti, e dalla copia del Time che spunta dalla borsetta. L’obiettivo della sua Leica diviene un’estensione di quel sorriso con cui guarda alla realtà, alle persone, ai paesaggi. La sobria eleganza della Loggia dell’Ammannati, a Lucca, è la cornice ideale per questi scatti.

Niccolò Lucarelli

Lucca // fino all’11 dicembre 2016
Vivian Maier – Un itinerario dagli Stati Uniti a Champsaur
a cura di Enrico Stefanelli
PALAZZO DUCALE
Piazza Napoleone
0583 53003
[email protected]
www.photoluxfestival.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57686/vivian-maier-un-itinerario-dagli-stati-uniti-a-champsaur/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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