Lisson Milano compie 5 anni. Parola ad Annette Hofmann

La teutonica, inarrestabile direttrice della Lisson di via Zenale si presta, solo per Artribune, a delineare il corso dei suoi cinque anni attraverso un’intervista veloce. Un botta e risposta serrato che rievoca approcci e strategie dalla programmazione decisa, mai liminare, sempre al centro delle principali ricerche internazionali.

Il 22 settembre apre al pubblico Five / Fifty / Five Hundred, collettiva che rende omaggio ai cinque anni di attività di Lisson Gallery Milano. Augurandosi condizioni meteo altamente favorevoli, la galleria estende gli spazi espositivi al contesto storico di Casa degli Atellani e della vigna di Leonardo da Vinci, con la quale condivide il giardino, attraverso un percorso che risale la programmazione fino a settembre 2011, rievocando la mostra curata dall’artista concettuale britannico Ryan Gander: I Know About Creative Block And I Know Not To Call It By Name. Nel 2017 Lisson Gallery di Londra festeggerà il suo 50esimo anniversario, celebrando gli Anni Sessanta, che hanno visto nascere una galleria costantemente in espansione sul mercato, con sedi non solo a Londra, ma anche, ovviamente, a Milano e a New York.
In Five / Fifty / Five Hundred sarà esposta una struttura lignea realizzata da Ai Weiwei e assemblata a forma di icosaedro, forma inizialmente disegnata da Leonardo per il trattato del matematico Luca Pacioli, La Proporzione Divina (1509); Christian Jankowski allestirà Wow! (2013), parte di una serie che trasforma in scritte al neon i commenti lasciati nei libri dei visitatori alle sue mostre. Da non dimenticare anche i lavori degli altri artisti di scuderia-Lisson, come: Angela de la Cruz, Spencer Finch, Ryan Gander, Douglas Gordon, Shirazeh Houshiary, John Latham, Richard Long, Haroon Mirza, Julian Opie e Florian Pumhösl.
Annette Hofmann, direttore internazionale di Lisson Gallery Milano, ha così approfondito gli esordi di percorso che compie cinque anni.

Ryan Gander, I is... (xi), 2014 - © Ryan Gander; Courtesy Lisson Gallery

Ryan Gander, I is… (xi), 2014 – © Ryan Gander; Courtesy Lisson Gallery

La sede di via Zenale è tra le più eleganti di tutta Milano. Così come l’hai trovata, saresti pronta a lasciarla, qualora le evoluzioni della galleria lo richiedessero?
Perché dovrei lasciare una sede tra le più eleganti di tutta Milano, che ci ha dato fino a oggi tante soddisfazioni?

Lisson potrebbe abbandonare Milano?
Siamo molto legati all’Italia e ai nostri collezionisti, perciò non vediamo in questo momento una ragione per farlo.

Rispetto a Lisson Londra e a Lisson New York, Lisson Milano quali caratteristiche possiede?
Lisson Milano offre uno spazio intimo e creativo. Immerso nel verde, accanto alla Vigna di Leonardo, quasi sospeso nel tempo, invita a sentire la magia dell’arte in un contesto tutto italiano.

Quale artista della scuderia Lisson non porteresti mai a Milano e quale vorresti immediatamente?
L’arte non conosce limiti e vorrei far vedere tutti nostri artisti nella sede di Milano. Dipende tanto anche dell’artista, da quanto tempo e voglia ha. Certamente ci sono artisti che rispondono a una mia preferenza personale, ma cerco sempre di trattarli tutti con lo stesso rispetto, dando loro le medesime possibilità. Poi, dopo 25 mostre, ho già esaurito diversi desideri personali…

Annette Hofmann - © Lisson Gallery

Annette Hofmann – © Lisson Gallery

Descrivi con tre aggettivi il collezionista medio di Lisson Milano.
Curioso, appassionato, fedele.

Potresti svelare il prezzo più alto di un lavoro mai venduto a Milano?
Con opere di alcuni artisti le cifre sono arrivati anche a diversi zeri…

In qualità di gallerista, potresti elencare tre fattori che ami e tre che detesti di Milano?
Amo Milano perché offre tante facce sia nella cultura che nel design e nell’arte. Amo la passione dei miei collezionisti e colleghi di altre gallerie e l’amicizia che ci hanno offerto sin dall’inizio. Detesto i limiti economici che devono soffrire gallerie, musei e istituzioni importanti. Detesto la gelosia fra le città o fra collezionisti che blocca un possibile spirito di squadra, il quale potrebbe risolvere tanti ostacoli nel mondo dell’arte italiano. Detesto il caos inutile di Milano.

Ai Weiwei, F Size, 2011 - © Ai Weiwei; Courtesy Lisson Gallery

Ai Weiwei, F Size, 2011 – © Ai Weiwei; Courtesy Lisson Gallery

E più in generale dell’Italia?
Amo profondamente l’Italia con tutta la sua cultura, le sue radici profonde, la bellezza della natura e della biodiversità che si riflette nell’alta arte della cucina. Detesto l’ipocrisia italiana e le promesse non mantenute, che possono rendere la vita di ciascuno inutilmente difficile.

La prossima mostra?
Apriamo a novembre con una personale di Wael Shawky, che sarà protagonista, nello stesso momento, di una mostra molto importante al Castello di Rivoli.

Potresti esprimere un augurio per i prossimi cinque anni?
Non stop non stop non stop…

Ginevra Bria

Milano // dal 22 settembre al 28 ottobre 2016
Five / Fifty / Five Hundred
LISSON MILANO
Via Zenale 3
02 8905 0608
[email protected]
www.lissongallery.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/56178/five-fifty-five-hundred/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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