Ecco le immagini del nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria. La casa dei Bronzi di Riace rinasce col progetto dello studio ABDR: e con lo zampino di Alfredo Pirri

Il museo è noto in tutto il mondo per custodire da più di trent’anni i famosi Bronzi di Riace, ma anche una tra le più straordinarie collezioni di antichità della Magnagrecia. A distanza di quattro anni dall’inizio dei lavori, riapre il Museo Archeologico di Reggio Calabria: interventi che hanno permesso di ampliare e rinnovare radicalmente […]

Il museo è noto in tutto il mondo per custodire da più di trent’anni i famosi Bronzi di Riace, ma anche una tra le più straordinarie collezioni di antichità della Magnagrecia. A distanza di quattro anni dall’inizio dei lavori, riapre il Museo Archeologico di Reggio Calabria: interventi che hanno permesso di ampliare e rinnovare radicalmente il vecchio edificio, progettato negli anni trenta da Marcello Piacentini. Grazie al progetto dello studio ABDR di Paolo Desideri, “di indiscutibile qualità anche sotto il profilo dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale, il vecchio museo è oggi radicalmente cambiato”, commenta il Direttore Regionale Francesco  Prosperetti. “A cominciare dal nuovo spazio realizzato in copertura e destinato ad accogliere presto la caffetteria e il ristorante, da cui si godrà uno spettacolare panorama dello Stretto”.
Una nuova grande hall di ingresso accoglie i visitatori: una vetrata,  sorretta da una complessa struttura di tiranti di acciaio, illumina lo spazio sottostante, ribattezzato “piazza”, dal titolo dell’installazione dell’artista calabrese Alfredo Pirri realizzata nel 2011. Dietro un velario si intravedono le potenti figure dei due bronzi di Riace, che i visitatori potranno poi finalmente godere dal vivo, entrando a piccoli gruppi nella nuova sala climatizzata  e costantemente controllata da un nuovo sofisticato sistema di monitoraggio ambientale.
L’idea di realizzare a Reggio Calabria un nuovo Museo Archeologico, all’altezza dell’importanza delle collezioni e dei pezzi eccezionali – primi fra tutti i Bronzi di Riace – conservati nel vecchio palazzo Piacentini, nasce nel 2006 ad opera dello stesso Prosperetti. Con il suo trasferimento a Roma e la sua nomina a Direttore generale per l’arte e l’architettura contemporanea, si avvia la redazione del progetto esecutivo della ristrutturazione del Palazzo, che nel 2008 viene affidato a Paolo Desideri, con lo studio ABDR di Roma: un professionista con grandi progetti in curriculum, dalla Stazione Tiburtina alla teca di vetro del Palazzo delle Esposizioni, solo per citarne qualcuno. Il nuovo progetto ripensa radicalmente l’impostazione stilistica del preliminare e, pur mantenendone i tratti distintivi (la grande hall d’ingresso, ottenuta rialzando la quota dell’originario cortile,  il tetto giardino per ospitare caffetteria e ristorante, e lo spazio per esposizioni temporanee al p. interrato), realizza un intervento rispettosissimo dell’architettura del Piacentini, riscoprendone le valenze di grande architetto  moderno, come recenti studi stanno finalmente mettendo in luce. Nel gennaio 2010 si avviano i lavori, con un programma notevolmente più ambizioso rispetto a quanto previsto nel progetto preliminare. Nel giugno del 2011 viene completata l’istallazione permanente di Pirri, calabrese di nascita, intitolata Piazza a sottolineare il ruolo di questo spazio. Oggi, alla fine del 2013, la riapertura del museo è realtà: “i visitatori potranno godere della possibilità di vederli di nuovo da vicino, finalmente in piedi sulle nuove basi antisimiche progettate dall’ENEA, dopo i lunghi anni di ‘ricovero’ in laboratorio, affidati alle cure dei restauratori Paola Donati (ISCR) e Nuccio Schepis (SBA Calabria)”.
L’inaugurazione al pubblico è prevista per domani, 21 dicembre: ma Artribune anticipa in esclusiva una ricca galleria fotografica…

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più