Barbie al Politecnico di Milano, ospite del corso di Design della Moda. Un concorso per gli studenti: la lunga tradizione delle case Mattel, reinventata con lo stile Boffi

Icona femminile per eccellenza, di una femminilità tanto fashion, quanto teneramente infantile, la Barbie ha attraversato i decenni senza mai perdere smalto, restando nell’immaginario collettivo la migliore amica della bambine che giocano a fare le signore: pomeriggi da sogno  tra abiti per tutte le occasioni, accessori in pendant, chiome da spazzolare, casette da arredare e […]

Icona femminile per eccellenza, di una femminilità tanto fashion, quanto teneramente infantile, la Barbie ha attraversato i decenni senza mai perdere smalto, restando nell’immaginario collettivo la migliore amica della bambine che giocano a fare le signore: pomeriggi da sogno  tra abiti per tutte le occasioni, accessori in pendant, chiome da spazzolare, casette da arredare e un catalogo di avventure da fiaba, esotiche, d’epoca o metropolitane,  sempre costruite intorno alla biondissima ragazza Mattel, nata nel 1959. In un trionfo di conformismo estetico e consumismo americano, la Barbie ha canalizzato le fantasie più genuine e i vezzi più istintivi di intere generazioni di fanciulle, divenendo un modello necessario, in parte da incamerare, in parte da rinnegare. Siamo tutte un po’ Barbie, dentro; con i relativi conflitti, i desideri e le nostalgie, e un bagaglio di utilissimi esercizi  di stile: l’arte del vestire e dell’arredare, il gusto per il glamour, l’occhio per il bello. Sex and The City, senza l’epopea scintillante della Barbie, forse non sarebbe esistito.
E non è un caso che proprio Barbie sia entrata lo scorso giugno nelle aule della Scuola del Design del Politecnico di Milano, per un laboratorio creativo dedicato alla sua immaginaria casa milanese. Un gioco, ma anche un esperimento sociologico e di progettazione. Protagonisti gli studenti di Retail e Merchandising del corso di Laurea in Design della Moda. Barbie, dunque, in una delle sue innumerevoli interpretazioni, arriva a Milano e si reinventa in quattro appartamenti diversi: casa in centro, loft, casa di ringhiera e villa suburbana, in Brianza. A disegnarli sono gli allievi, pensando ad ambienti di tendenza, adatti alla bambola più fashion del mondo.  Il tutto secondo i dettami dello stile Boffi, partner del progetto.

La Casa di Malibù

La Casa di Malibù

Ne sono venuti fuori 30 lavori, 4 dei quali verranno selezionati da un’apposita giuria come i migliori di ogni categoria. Ad affiancare i docenti del Politecnico c’era il team Mattel, che ha fornito informazioni e dettagli sul personaggio Barbie – esigenze, stile di vita, caratteristiche – mentre Boffi ha curato l’aspetto del design. Due marchi storici, insieme per un’avventura didattica utile e originale: uno è il top nel campo dei giocattoli, evergreen che ha orientato l’immaginazione di migliaia di bambini nel mondo; l’altro da 80 anni è leader nel design d’interni, con materiali innovativi e soluzioni tecniche d’avanguardia.
I vincitori del concorso saranno presentati a settembre 2013 nello spazio Boffi Solferino, a Milano. E chissà che Mattel non decida davvero di produrla la “Barbie meneghina”, con le quattro case su misura: un nuovo prototipo, griffatissimo, nato sotto il segno del Made in Italy.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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