Storia di un muro, tra la fabbrica e il quartiere. Fare Ala incontra il dottor Ottavio Piombo

Palermo, quartiere Zisa, correva l'anno 1959. Scioperi, agitazioni, una lotta tra operai e imprenditori che avrebbe coinvolto via vai altre grandi città italiane. Fare Ala, nell'ambito di un progetto di ricerca, racoglie l'intervista di un prezioso testimone

Aveva nove anni e mezzo, Ottavio Piombo, quando si trovò a essere involontario testimone di una pagina di storia politica siciliana. Nell’aprile del 1959 esplodevano a Palermo durissime proteste operaie, legate alla questione del rinnovo dei contratti per il settore metallurgico: lotta di classe, sul principio di una stagione bollente. Piombo, con quello sguardo di bambino, figlio di operai coinvolti negli scioperi, è uno dei preziosi testimoni intercettati dal collettivo Fare Ala per il progetto From Archive to Action. Tutto cominciò con il ritrovamento, diversi mesi fa, di un archivio abbandonato fra i capannoni dei Cantieri Culturali alla Zisa, dove avevano sede le Officine dell’Aeronautica Sicula Ducrot: dati anagrafici e professionali di lavoratori che, tra gli anni ’50 e ’80, avevano prestato servizio in quella o in altre fabbriche siciliane.
Progetto installativo elaborato per Palermo, allo Zac, e una preview – a cura di Katiuscia Pompili, con la produzione di Parking 095 – che arriva intanto a Catania, da Bocs. Qui, su un tavolo rettangolare stretto e lungo, trovano posto i tasselli di una ricerca storica ed affettiva: le vite di quegli uomini, compagni di battaglia e resistenza, il contesto sociale, la condizione lavorativa, lo scontro caldo tra un proletariato in trasformazione e una borghesia che fondeva potere di Stato e interessi imprenditoriali. Decine di identità sbiadite, riemerse tra la folla, da cominciare a ricomporre.

Il muro di cinta dei Cantieri alla Zisa - Fare Ala al lavoro

Il muro di cinta dei Cantieri alla Zisa – Fare Ala al lavoro

Oggi, Ottavio Piombo racconta la storia del muro perimetrale dei Cantieri: altissimo, oltre gli standard, tirato su in quei giorni convulsi di protesta; un muro come una linea violenta, a separare la cittadella industriale dal quartiere. “La solidarietà materiale ed emotiva tra gli operai della Aeronautica Sicula e gli abitanti della Zisa” venne così inibita da una frontiera. Niente più viveri, informazioni, semplice calore umano. Un sodalizio duramente spezzato dai proprietari degli stabilimenti, nel tentativo di indebolire e isolare la massa compatta di lavoratori.
Ricorda tutto, Piombo, come se fosse ieri, e consegna ai posteri una testimonianza che pare riflettere il passato nel presente: storie di tensioni che tornano, in forme diverse, nel cuore di un’Italia stretta nella morsa della crisi. L’intervista, raccolta dagli artisti, diventa opera e finisce nell’allestimento di Bocs, all’interno del corpus progettuale.
In contrasto con quei fatti affiorati, con quel piano subdolo che costringeva gli operai nella loro isola-fortino, c’è il lavoro di Fare Ala, nato e condotto nel segno di un principio dialogico e processuale, coltivando l’idea di relazione e di comunità. Così, ascoltando il racconto del dottor Piombo, figlio di operai comunisti ed egli stesso voce di una sinistra perduta e radicata nel sociale, si affastellano tra il ricordo e l’immaginazione le voci e i gesti di decine di lavoratori senza nome, asserragliati al di qua di una muraglia fisica, quanto simbolica.

Cronache dell'epoca - sciopero all'Aerosicula

Cronache dell’epoca – sciopero all’Aerosicula

Quasi che a dipingere i contorni della scena ci fosse la penna lucida di Pier Paolo Pasolini: “Ciò che resta originario nell’operaio è ciò che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere”. Corpi in rivolta, corpi azzerati, corpi collettivi e solitari, corpi in dialogo, tra fede e fatica, a celebrare storie di lavoro, umanità politica e resistenza, ma anche di caduta e di deriva. Spesso nel solco dell’ambiguo: essere dentro un sistema o restarne fuori, fino in fondo; essere conformisti o antagonisti, proletari o piccolo borghesi. Al di qua del muro oppure oltre, in un conflitto vestito di innocenza e crudeltà.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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