Nel nome del padre

Un intenso e complesso rapporto col babbo. Da lì nasce e si sviluppa tutto il lavoro di Jonny Briggs. Ma non è la solita storia post-adolescenziale. Da vedere alla FaMa Gallery di Verona, fino al 26 maggio.

Jonny Briggs, ventisettenne di Berkshire, lavora con suo padre. Nel senso che il padre compare in molte delle sue foto, ne è il soggetto, e attorno alla sua figura e al rapporto complesso instaurato con essa ruota tutto il lavoro del giovane artista. La costruzione della propria identità è il processo messo in scena nelle opere.
Al centro delle rappresentazioni di Jonny Briggs c’è sempre una declinazione dell’idea di “eredità”. In Un-seeing (2012), ad esempio, una visione solare e “autentica” del bosco taglia al centro il grande paesaggio spettrale; da destra, come uno di quei personaggi del teatro e degli affreschi rinascimentali che funzionavano da “indicatori”, da collegamento tra la dimensione degli spettatori e quella della fantasia, la figura tragica e inquietante di questo padre.
Ancora più esplicito, in questo senso, è Portal (2011): al centro di un interno completamente oscurato da un nero bituminoso, emerge il medesimo segno. L’unica porzione di pelle “viva” è quella attorno all’occhio. L’unico tratto “vero” in questo quadro di ombre ci guarda fisso.

01 Natural Inside Nel nome del padre

Jonny Briggs - Natural Inside - 2011

Il nucleo di questa attività risiede in quello che Sigmund Freud definì Unheimlich: “Il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”.  Il padre è così, per Briggs, una funzione del suo rapporto con il mondo. Controllando suo padre nella gestione di queste fotografie, Briggs cerca di controllare ciò che tende sempre a sfuggire, a sopraffarci, ad agirci. Cerca di tenere insieme i pezzi.
Questo procedimento è in atto ovunque, nelle fotografie di Briggs: in Supernatural (2012) le gambe della madre sono sovraccaricate, rese più vere del vero, come l’erba artificiale su cui posano; in Smilin Inside (2011), l’artista ride all’interno del guscio ricavato con il viso del padre, e questa risata si trasforma in un ghigno; in Shoe (2011), un calco in vetro della sua prima scarpa, Briggs cerca di cristallizzare la parte più impermanente e al tempo stesso più importante nella vita di ognuno, l’infanzia.

E nella bellissima serie Schisms (2011), memore forse delle foto rivelatrici del piccolo Cole nel film Il sesto senso, le immagini familiari tagliano in profondità e con acutezza i fantasmi autobiografici: il volto dell’artista-bambino si sovrappone di volta in volta al corpo della sorella, a quello di un cane, o al vuoto.

Christian Caliandro

Verona // fino al 26 maggio 2012
Jonny Briggs – Familiar / Familial
FAMA GALLERY
Corso Cavour 25/27
045 8030985
[email protected]
www.famagallery.com

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Christian Caliandro

Christian Caliandro

Christian Caliandro (1979), storico dell’arte contemporanea, studioso di storia culturale ed esperto di politiche culturali, insegna storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. È membro del comitato scientifico di Symbola Fondazione per le Qualità italiane. Ha pubblicato “La…

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