Meta morfòsi

Al Museo Cantonale d'Arte di Lugano, fino a fine ottobre, Christian Gonzenbach mostra un nuovo percorso di cristallizzazioni organiche. L'artista svela il disegno della vita, portata oltre il proprio stato di natura: una gabbia sintetica tra volo e artificio.

Christian Gonzenbach (Ginevra, 1975) concede una nuova destinazione agli spazi dell’Ala Est, locali adiacenti al Museo Cantonale d’Arte di Lugano. Al centro del lungo corridoio bianco, sostenuto da travi di legno, l’artista svizzero incastra un’installazione di grandi dimensioni, punto d’impatto attorno al quale rotea l’intera personale; tra sculture, video, maschere totemiche, busti di ceramica, teschi d’uovo di struzzo  e volpachiotti imbalsamati al contrario.
Fafnir
, composta da doghe a sezione verticale, rievoca lo scheletro di un areoplano, ripiegato su se stesso come un uccello preistorico. La struttura è la ricostruzione in scala 1:1 della carcassa di un aliante progettato e costruito da Alexandre Lippisch nei primi anni ‘30, il cui nome, Fafnir, è stato preso a prestito da un drago della mitologia scandinava. La ricomposizione del superleggero (sebbene ricostruita partendo dai piani per la realizzazione di un modellino in scala) vanta 19 metri di apertura alare e 8 di fusoliera, ed è stata snodata per essere infine adagiata alle pareti del museo.

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Christian Gonzenbach - Fafnir - 2011

Le reali novità, del percorso artistico di Gonzenbach, sono esposte rispettivamente: alle pareti, dove campeggiano disegni a china di grande formato come Mind Map; e all’ingresso, spazio in cui sculture classiche rivoltate come guanti e realizzate in ceramica smaltata danno il benvenuto (Divad Sivle e Naig Oznerol Ininreb). Per  quanto riguarda la parte restante della mostra, il curatore ha selezionato alcuni lavori composti da Gonzenbach in anni precedenti: le eliografie di Firefly, le pelli di oggetti di Skins, A Hunter’s Collection e gli animali rivoltati, facenti parti della serie Inverted.
Questa personale, ideata come un ordinato laboratorio di volo, svela poche sorprese, per chiunque conosca il percorso dell’artista ginevrino, pur rivelandosi, nel proprio complesso, fulgida e uniforme. L’installazione centrale, infatti, spezza il percorso di visita, regalando a chiunque la attraversi il giusto tempo per fruire dei continui disegni alle pareti e di un video ben realizzato, posto all’inizio di Oligoneoptera.

Un titolo complesso, per questa personale, scelta che mantiene però, nella propria definizione, una sorta di auspicio, una visione, una prosecuzione. Disegni dalla complessità larvale contrapposti a strutture inevitabili della trasformazione.

Ginevra Bria

Lugano // fino al 30 ottobre 2011
Christian Gonzenbach – Oligoneoptera
www.museo-cantonale-arte.ch


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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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