Dal battello ai sentieri: alla scoperta della Valle del Turano. Meraviglia a un’ora da Roma

Borghi medievali, archeologia partecipata, escursioni in kayak, trekking e tour in battello solare: la Valle del Turano si rivela attraverso esperienze e paesaggi ancora poco conosciuti. Un territorio a un’ora da Roma che unisce natura, cultura e partecipazione locale

La Valle del Turano, a un’ora da Roma, è un territorio verdeggiante e punteggiato di azzurro fatto di curve strette e saliscendi, dislivelli netti e continui cambi di prospettiva. Situato nel Lazio nord-orientale, in provincia di Rieti, questo territorio va scoperto a piccoli passi, seguendo il profilo sinuoso e allungato del lago, la fitta rete dei sentieri e i crinali delle alture ricoperte da boschi, con i paesi che si distribuiscono ad altezze diverse, tra sponde e pendii. Serve un po’ di pazienza, ma ogni deviazione regala qualcosa di nuovo.

Il lago, al centro della valle, nasce da una diga costruita negli Anni Trenta. Nonostante sia artificiale, in meno di un secolo è diventato parte integrante del paesaggio e della vita quotidiana. È balneabile, frequentato in estate da chi cerca refrigerio tranquillo nella natura, ma anche da appassionati di sport d’acqua, come il kayak o lo stand up paddle, che si pratica remando in piedi su una tavola galleggiante. Da poche settimane, per rendere ancora più fruibile l’area, è stata inaugurata la navigazione a bordo di un battello elettrico, Thiora, alimentato a energia solare, silenzioso e a basso impatto ambientale (qui le info), che collega i punti più suggestivi lungo la costa, con visite guidate, escursioni e tour serali.

Vista di Paganico Sabino
Vista di Paganico Sabino

Borghi e identità: il patrimonio diffuso della Valle del Turano

Le mete non mancano: la valle è costellata da undici piccoli centri – AscreaBelmonte in SabinaCastel di ToraCollalto SabinoColle di ToraCollegioveLongone SabinoNespoloPaganico SabinoRoccasinibalda e Turania – ciascuno con una propria identità e una relazione unica con il territorio. Qui si trovano architetture storiche come castelli, chiese antiche e testimonianze medievali, insieme a tradizioni locali molto vive.
A unire queste differenze è il progetto Borghi Uniti per la rigenerazione culturale e sociale della Valle del Turano, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Next Generation EU, che coinvolge l’intero comprensorio con un programma condiviso di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio e delle risorse locali e di eventi: camminate tematiche, teatro, musica, laboratori e attività per famiglie. Un modo per valorizzare le specificità di ogni paese e rafforzare il senso di comunità attraverso la cultura, la sostenibilità e la partecipazione.

Il lago e la vista di Castel di Tora e Monte Antuni
Il lago e la vista di Castel di Tora e Monte Antuni

Viaggi nel tempo tra scavi, rovine e un borgo fantasma nella Valle del Turano

Nel cuore di questo contesto ricco di storia e natura, Castel di Tora, uno dei borghi più belli d’Italia e parte della Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia, con il suo profilo scenografico sullo specchio d’acqua, con i suoi vicoli stretti che profumano di timo e i resti dell’antico castello, ospita, insieme ad altri comuni della valle, la Prima Campagna di Archeologia Pubblica. Nei suoi confini, infatti, presso la necropoli romana di Fontanelle, si indaga e si racconta la storia antica del territorio con un approccio aperto: visite guidate, laboratori e possibilità di partecipare direttamente agli scavi grazie a un progetto organizzato sotto la direzione scientifica dell’Università di Roma Tor Vergata e della Durham University. Il sito, ancora in gran parte da esplorare, sta rivelando un’insolita densità di reperti che raccontano non solo le consuetudini locali, ma anche le trasformazioni sociali e culturali di un’area di tramite tra città e campagna nell’antichità, offrendo così uno sguardo diretto sulle dinamiche di un territorio ancora poco studiato fino a oggi.
Spostandosi di circa nove secoli più avanti nel tempo, non distante, si trova Monte Antuni, un piccolo insediamento medievale fortificato, arroccato su uno sperone di roccia che domina il lago. È abbandonato da ottant’anni e raggiungibile solo a piedi con una breve camminata panoramica e solo tramite visita guidata (con prenotazione qui). Una volta a destinazione ci si trova di fronte ai ruderi delle mura, delle abitazioni e della struttura del castello e si può godere di una vista a tutto tondo perché l’insediamento si trova su una penisoletta rocciosa, un promontorio naturale collegato alla terraferma da un istmo stretto che rendeva difficile l’accesso e ne rafforzava la difesa.
Sull’altra sponda del lago, Paganico Sabino si presenta come un paese raccolto e ombreggiato, più appartato, immerso nel verde e caratterizzato da strette vie in pietra. È il punto di partenza ideale per escursioni a piedi, a cavallo o in bici. Tra i sentieri più suggestivi c’è quello che conduce al Fosso dell’Obito, una gola stretta dove si osservano formazioni rocciose scolpite dall’acqua e tracce di antichi insediamenti, immersi in una natura incontaminata. Sulle pareti più impervie si trova il cosiddetto Nido dell’Aquila, dove fino ad alcuni decenni fa nidificava l’aquila reale. Dal borgo si raggiunge anche il Belvedere della Rocca, una balconata affacciata sulla gola che regala uno scorcio vertiginoso sulla valle. Nella campagna circostante si trova infine la Pietra Scritta, un singolare monumento di epoca repubblicana: un sepolcro scolpito direttamente in un grande masso erratico caduto dalle montagne. L’iscrizione latina incisa sulla facciata racconta la storia della famiglia Muttini, vissuta tra I e II Secolo a.C., e rappresenta una delle testimonianze più suggestive della presenza romana nella valle.

Una piazzetta di Collalto Sabino
Una piazzetta di Collalto Sabino

Vivere la Valle del Turano: turismo lento e progetti condivisi

A chiudere idealmente il percorso c’è Collalto Sabino, un borgo montano che si distingue dagli altri centri del comprensorio per la sua posizione più elevata e meno legata al lago, ma con un tessuto urbano sorprendentemente ben conservato. Il castello baronale, che domina il borgo da un colle a circa mille metri di altezza, è una struttura medievale ristrutturata più volte nei secoli, che conserva torri, merli, piazzette e un suggestivo pozzo d’epoca. Un tumultuoso torrente scorre a valle, aprendosi il cammino tra due pareti di roccia formate dai contrafforti di Monte San Giovanni e Monte Cervia; sulla riva si trova un vecchio mulino ormai in disuso, testimonianza del passato rurale della zona. Collalto, come Castel di Tora, è annoverato tra i borghi più belli d’Italia, anche grazie alla natura rigogliosa che lo circonda: un paesaggio di boschi che mutano con la quota, con faggi e aceri alle altitudini più elevate e castagni e querce più in basso, a proteggere e incorniciare l’abitato.

Collalto Sabino
Collalto Sabino

La valle, nel suo insieme, sta vivendo un momento di trasformazione consapevole. Accanto alle iniziative culturali e turistiche, prende forma il progetto europeo GREENGAGE, attivo in tutti i borghi, con l’obiettivo di coinvolgere le comunità locali nella cura dell’ambiente e nella valorizzazione del territorio. Il progetto punta su attività concrete di citizen science, tutela della biodiversità e riqualificazione degli spazi pubblici. Tra le azioni principali c’è la creazione di un osservatorio cittadino che si basa su un’app per cellulare, facile da usare e sviluppata dal partenariato stesso: uno strumento pratico grazie al quale residenti e turisti possono segnalare criticità ambientali, raccogliere dati su aria e mobilità, mappare luoghi di interesse naturalistico e storico e partecipare a campagne di sensibilizzazione collettiva. A dare continuità a questi processi c’è anche il lavoro di associazioni che animano i borghi con residenze artistiche, spettacoli, laboratori artigianali e corsi temporanei. L’idea non è intrattenere, ma costruire relazioni tra chi arriva e chi resta. Nel periodo estivo, poi, i modi per esplorare il territorio in maniera attiva e sostenibile sono tanti: dai tour in e-bike a pedalata assistita, ideali per affrontare anche tratti più impegnativi tra tornanti e belvedere, alle escursioni in kayak e canoa canadese per scoprire angoli nascosti lungo la costa, fino ai percorsi di trekking di varia difficoltà, come quelli che conducono al borgo fantasma di Antuni, dove, è possibile anche affrontare l’ascesa in compagnia di asinelli. Così, chi viene nella Valle del Turano non trova un parco tematico, ma un paesaggio abitato che vive di esperienze concrete.

Nicoletta Rita Speltra

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Nicoletta Rita Speltra

Nicoletta Rita Speltra

Dopo la maturità classica, si è laureata in Architettura e ha approfondito la sua formazione nel campo della conservazione del patrimonio storico e paesaggistico, specializzandosi nella tutela e nel recupero del verde storico attraverso attività di studio organizzate dal Comitato…

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