Albarella. Un’oasi naturale nel Delta del Po tra arte, barene e biodiversità
L’Isola di Albarella, a metà tra Chioggia e Comacchio, è una riserva ricca di fauna e flora: un luogo eccezionale per immergersi nella natura e anche nell’arte, grazie al suo Festival del Paesaggio giunto quest’anno alla sua terza edizione

Il Delta del Po è la più vasta zona umida d’Italia e una fra le maggiori d’Europa, riconosciuta nel 2015 da parte dell’UNESCO come Riserva di Biosfera, con lo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità. Si tratta di una terra ancora in parte da esplorare, da percorrere lentamente scoprendo i vari paesaggi, i ponti di barche, i folti canneti, le attività nelle lagune, fino al selvaggio fascino della foce, così amato e fotografato da Luigi Ghirri.
La storia dell’Isola di Albarella
In questo contesto si trova l’Isola di Albarella, tra Chioggia e Comacchio, nel comune di Rosolina (Rovigo). L’isola (circa 5 chilometri di lunghezza e 2 di larghezza), si è formata dall’accumulo di detriti portati dalle piene del fiume Po. Storicamente apparteneva alla Repubblica di Venezia, che sfruttò il territorio soprattutto per agricoltura e pesca. Fu poi ceduta a varie famiglie nobiliari, come dimora estiva e luogo di caccia. Fino agli Anni Sessanta, periodo in cui viene presentato alla Camera di Commercio di Rovigo il “Progetto Albarella”, per promuovere l’offerta turistica sull’isola. Dal 1988 le attività turistiche sono gestite dal gruppo Marcegaglia.
Albarella e il suo paesaggio
Albarella è un’oasi verde, immersa nella natura tra boschi e pinete, tra la laguna del Delta del Po e il mare Adriatico. L’intera superficie dell’isola, sia terrestre che acquatica, è sotto stretta tutela ambientale. Abitata da animali selvatici che convivono pacificamente con l’uomo, Albarella è l’habitat naturale di daini, fagiani, lepri, falchi di palude, ghiandaie, colonie di aironi, fenicotteri e garzette. Collegata da una strada arginale e da un ponte alla terraferma, l’isola è incorniciata da un paesaggio spettacolare, circondata da un sistema idro-geografico unico. Sulle vie arginali, punto più alto del paesaggio, si trovano luoghi d’osservazione dell’ambiente sottostante. La sicurezza idraulica di circa 7000 chilometri quadrati di Pianura Padana è affidata all’efficacia di questo sistema di argini, costituito da strutture pressoché continue a partire dal fiume Ticino fino al mare. Tale sistema è il risultato di secoli di studi e interventi dell’uomo, che a partire dal Quattrocento ha iniziato a rafforzare, consolidare, integrare un insieme disomogeneo e discontinuo di terre e lagune, per difendere villaggi e campagne.
L’Isola di Albarella oggi
Queste vie arginali, tra terra e acqua, sono per lo più percorribili, favorendo una mobilità dolce ciclabile, in un contesto lontano dal traffico e nell’osservazione del paesaggio. Rappresentano preziosi corridoi ecologici, tra golene e valli da pesca, in gran parte ricchi di avifauna, con oltre 390 specie di uccelli fra stanziali e migratori. Nei tanti bracci di mare e di fiume sono presenti decine di specie acquatiche, alcune delle quali uniche. La “valle da pesca” è un ambiente salmastro dove l’afflusso di acqua, sia dolce che salata, è regolato artificialmente da chiaviche (chiuse). Qui si pratica un allevamento estensivo, dove il pesce cresce in modo naturale nell’arco di tre, quattro anni. Sia nella laguna, che nelle sacche si allevano cozze e vongole.

La flora rigogliosa di Albarella
Sull’Isola di Albarella la flora del delta costituisce un raro esempio di commistione tra vegetazione di pianura, di ambienti umidi e di ambienti marini. Si alternano dunque paesaggi ricchi di vegetazione rigogliosa, soprattutto boschi e pinete, e altri più spogli e bruciati dalla salsedine, come distese di tamerici, pioppi, canneti, oltre alla salicornia, tipica vegetazione delle barene, che in autunno tinge di rosso la laguna. Nell’isola di Albarella sono presenti circa 2 milioni di alberi e 150 specie arboree, in mezzo alla macchia mediterranea, tra cui il pino marittimo e il pioppo bianco, il Populus Alba, da cui l’isola prende il nome. Nell’estate del 2017, un evento meteorologico eccezionale (si stima abbia abbattuto oltre 5mila alberi di grandi dimensioni), crea l’occasione per un concorso internazionale di ristrutturazione dei giardini e delle aree verdi, vinto dal noto studio francese di garden designer Colocò.
Il Festival del Paesaggio di Albarella
Da qui nasce l’idea di attivare il Festival del Paesaggio Albarella (la cui terza edizione si è tenuta ad inizio maggio), un programma utile per immergersi nella bellezza, dove la natura si fonde con arte e cultura. Attraverso una serie di workshop e mostre, viene esplorato il legame profondo che lega l’uomo alla terra.
Negli ultimi anni sono nate varie collaborazioni, che hanno permesso di sviluppare un importante progetto di sculture nel parco. Tra queste la Fondazione Salvador Dalì haprogettato una mostra itinerante nell’Isola con oltre 20 opere iconiche dell’autore. E più recentemente la collaborazione con la Milanesiana (festival letterario diretto da Elisabetta Sgarbi), da portato una serie di installazioni luminose di Marco Lodola, legate al tema della danza e del movimento.
Claudia Zanfi
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