Festa del Cinema di Roma. Kenneth Lonergan e Casey Affleck raccontano la provincia USA

Il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica si gode 143 minuti di bel cinema. Manchester by the Sea è un gioiello scritto e diretto con maestria, che strappa applausi

Lee Chandler, alias Casey Affleck, è un tuttofare con un passato da dimenticare ma a cui la vita chiede una ulteriore prova di coraggio. Di più non si può dire perché il rischio spoiler è altissimo. La Manchester del titolo – Manchester by the Sea – è meno famosa di quella inglese, si trova in Connecticut, e la disambiguazione avviene proprio grazie alla presenza del mare. La vita dei suoi abitanti è quella della provincia americana, restituita mirabilmente in tutti i suoi aspetti tediosi e disturbanti: partite di hockey, risse nei pub, villette a schiera in legno bianco, sfide di ping pong tra soli uomini nelle tavernette. La storia viene svelata attraverso un uso innovativo del flashback, montato senza subire alcun trattamento visivo che lo distingua dal presente della narrazione. Una modalità che denuncia un sofisticato lavoro di scrittura (il regista Kenneth Lonergan nasce come sceneggiatore, è sua la firma di Gangs of New York) a fronte di una estrema fluidità di fruizione.

GRANDE FOTOGRAFIA, PECCATO LA MUSICA
La fotografia cristallina e pulita non indugia mai sui primi piani e sui dettagli, come la formula del melò vorrebbe, ma procede per totali e campi lunghi, anche nei dialoghi intimi, suggerendo così visivamente la distanza emotiva e il dolore dei personaggi. Il dramma divora così porzioni sempre più ampie della vita dei protagonisti, senza mai avere il sopravvento sulle emozioni tiepide e rimosse. È invece la colonna sonora  -in effetti unico neo del film- a caricare in maniera fin troppo didascalica le scene più forti.

La cifra stilistica che percorre la pellicola è la messa in scena -in forma di battute, gesti, azioni- di tutto ciò che solitamente il cinema risolve con tagli o ellissi temporali. Una barella che non entra nell’ambulanza, una camminata lungo la strada usando un ramo secco che percuote le cancellate in ferro, frasi che appaiono quasi dei fuori onda qui divengono parte integrante della storia, senza alcun intento comico o ironico, ma piuttosto descrittivo. Perché in Manchester by the Sea va in scena la vita.

– Mariagrazia Pontorno

www.romafilmfest.it

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