La Fondazione Beyeler affida all’architetto svizzero Peter Zumthor i lavori di ampliamento

Un profeta in patria, chiamato a lavorare a pochi chilometri dalla sua città natale: Basilea. Già autore del LACMA di Los Angeles e della Kunsthaus di Bregenz, Zumthor metterà la firma su un progetto da 80 milioni di franchi

Gioca sul sicuro una delle più importanti istituzioni culturali private d’Europa, scegliendo per il progetto di ampliamento dei propri spazi un architetto non propriamente giovanissimo (classe 1943), dalla solidissima esperienza nella progettazione museale e – dato forse più curioso che indicativo – nato a una manciata di chilometri da dove finirà per mettersi all’opera. La Fondazione Beyeler ha infatti sciolto le proprie riserve indicando in Peter Zumthor la figura chiamata a disegnare un nuovo spazio espositivo, che raddoppia di fatto la sede storica firmata Renzo Piano. Un edificio più contenuto nelle dimensioni (si parla di poco meno di 10mila metri quadri), a poche centinaia di metri dall’indirizzo principale dell’istituzione e affacciato sull’Iselin-Park: una soluzione che nelle intenzioni dovrebbe contribuire a differenziare in modo più agevole e funzionale le molteplici attività di un soggetto che all’esposizione della propria collezione affianca la produzione di mostre di assoluto rilievo, e che punta ad arricchire ulteriormente la propria offerta.

DA BASILEA A LOS ANGELES E RITORNO
Il cielo sopra Basilea, la città e i suoi dintorni rappresentano il paesaggio della mia gioventù” ha dichiarato a caldo Zumthorn, “mi sento incoraggiato a poter progettare un edificio così importante proprio qui”. Emotività a parte, l’architetto svizzero già vincitore del Pritzker Price e del Praemium Imperiale, porta in dote una lunga e brillante carriera in campo museale: ha firmato nel corso degli anni la Kunsthaus di Bregenz, il Kolumba Kunstmuseum di Colonia ed è attualmente a lavoro anche su un altro grande complesso museale, ancora una volta a contatto con una preesistenza targata Renzo Piano, questa volta a Los Angeles. Ha infatti progettato la parte est del campus del LACMA, che affiancherà i nuovi padiglioni realizzati tra il 2008 ed il 2011 dall’architetto italiano. La fine del cantiere californiano è prevista per il 2019.

I COSTI DEL PROGETTO
Bisognerà attendere la fine dell’autunno 2016 per vedere le prime bozze del progetto per la Beyler bis, ma è già chiaro – parliamo di Svizzera, su certe cose non si scherza – quanto verrà a costare. Tra acquisto del terreno prescelto e delle preesistenze in essere, realizzazione del nuovo museo e costi di gestione per i primi dieci anni di attività si parla di un investimento da 80 milioni di franchi (50 quelli già spesi), sostenuti dalla Fondazione stessa con il contributo di altri partner come la Wyss Foundation e la collezione Daros.

www.fondationbeyeler.ch

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Redazione

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