Un robot che scrive un romanzo? È possibile: è successo in Giappone ed ha quasi vinto uno dei più importanti premi letterari del Paese
Ve lo ricordate Joe Berenson il robot critico d’arte esposto nella mostra Persona. Strangely Human, fino a novembre 2016 al Musée Du Quay Branly di Parigi? Vi avevamo parlato circa un mese fa della creatura ideata da Denis Vidal e dall’ingegnere robotico Philippe Gaussier che analizza con il suo algoritmo il gusto dei visitatori di […]
Ve lo ricordate Joe Berenson il robot critico d’arte esposto nella mostra Persona. Strangely Human, fino a novembre 2016 al Musée Du Quay Branly di Parigi? Vi avevamo parlato circa un mese fa della creatura ideata da Denis Vidal e dall’ingegnere robotico Philippe Gaussier che analizza con il suo algoritmo il gusto dei visitatori di un museo per campionare lo share di una mostra o di un’opera. Una seconda novità “robotica” arriva dal Giappone e ha quasi sfiorato la vittoria del premo letterario nazionale Nikkei Hoshi Shinichi Literary Award.
Superate le prime fasi del concorso, un romanzo dall’azzeccato titolo The Day A Computer Writes A Novel non si è poi accaparrato il prestigioso riconoscimento, ma è riuscito comunque ad arrivare nella short list grazie al placet di una giuria ignara della reale identità dello “scrittore”.
IL ROMANZO
A progettare quello che può apparire uno scherzo o un intervento situazionista, ma che invece pone quesiti importanti sul futuro dell’uomo e della cultura, un team di programmatori esperti in AI della Future University Hakodate, capeggiato da Hitoshi Matsubara: una volta che gli sviluppatori hanno impostato le regole di costruzione e associazione del materiale scritto, hanno lasciato che fosse il computer a sviluppare autonomamente la storia, mettendo insieme attraverso gli input dati frasi ed azioni consequenziali. The Day A Computer Writes non è l’unica opera redatta da un robot presentata al concorso; pare infatti che siano almeno undici gli “infiltrati”. Come giudicare in tal senso l’opera? Se il romanzo avesse vinto, una volta svelato “l’inganno” come avrebbe dovuto reagire la giuria, confermando il premio o revocandolo? Ci stiamo avvicinando sempre di più al mondo preconizzato da fahrenheit 451 o da show televisivi più recenti come lo svedese Real Humans. La domanda, davanti ad un Matsubara che si sente ottimista rispetto alla capacità dei robot di sviluppare in futuro una propria creatività, è se saremo capaci di evitare gli errori rispetto a identità ed individualità di questi esseri che la fantascienza ci ha già ampiamente preventivato.
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