La prima volta di OMA a Dubai. Lo studio di Rem Koolhaas sbarca negli Emirati Arabi Uniti per un nuovo spazio polifunzionale nella vibrante Alserkal Avenue

Sembra impossibile crederlo, eppure il grande studio di architettura che da Rotterdam è ormai di casa anche a New York, Pechino, Hong Kong, Doha, non era fin qui riuscito ad aggiudicarsi una commessa a Dubai. La prima occasione arriva dalla dismessa area industriale di Al Quoz, da qualche tempo divenuta polo dell’arte, della moda e del design della […]

Sembra impossibile crederlo, eppure il grande studio di architettura che da Rotterdam è ormai di casa anche a New York, Pechino, Hong Kong, Doha, non era fin qui riuscito ad aggiudicarsi una commessa a Dubai. La prima occasione arriva dalla dismessa area industriale di Al Quoz, da qualche tempo divenuta polo dell’arte, della moda e del design della città dove fervono le attività per l’edizione 2020 dell’Expo. OMA è stato selezionato per trasformare un complesso di quattro magazzini in nuovo punto di riferimento urbano: qui, dal prossimo inverno, saranno ospitati grandi eventi pubblici, mostre d’arte, spettacoli e conferenze. Una scelta, stando alla dichiarazione del fondatore di Alserkal Avenue, Abdelmonem Bin Eisa Alserkal, dettata dalla capacità dimostrata dallo studio, artefice anche della Fondazione Prada a Milano, di concepire “idee coraggiose e di sperimentare. Il loro design ci offre una nuova ‘casa’ per le arti e per i nostri programmi culturali”.

DIALOGO TRA EST E OVEST DEL MONDO
Reso riconoscibile, rispetto alle altre strutture esistenti, dalla finitura in calcestruzzo spray-on, il nascente spazio risponde alla richiesta di massima flessibilità, espressa con forza dalla committenza che nel nuovo centro intende fare la sua parte per favorire un più stretto dialogo tra est e ovest del mondo, con due modalità: attraverso l’impiego di pareti mobili di oltre 8 metri di altezza e con il ricorso ad un guscio esterno trasparente. La planimetria sarà dunque capace di adattarsi a configurazioni e layout diversi sulla base dell’evento; il ricorso ad aperture vetrate, a tutta altezza e scorrevoli – come già nel Garage Museum of Contemporary Art, ultimato lo scorso anno, a Mosca – fornirà nella zona di filtro la garanzia di estensione e visibilità dell’iniziative anche all’esterno. Chiaro: clima torrido, permettendo.

Valentina Silvestrini

http://oma.eu/

 

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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