Il padiglione Armenia – che in pochi, sinceramente, hanno visitato in questi frenetici giorni di vernissage – trionfa tra le partecipazioni nazionali. E la cosa tutto sommato non sorprende, vista la ricorrenza del centenario del genocidio degli armeni e la Biennale politically correct apparecchiata da Okwui Enwezor. Lo spazio espositivo è quello del monastero mekhitarista dell’isola di San Lazzaro degli Armeni, e il tema su cui i 18 artisti hanno lavorato è, appunto, la diaspora armena. Questo padiglione è, probabilmente, l’unico che ha scelto di scrivere tre righe di spiegazione nelle targhette esplicative delle opere. Però, sempre parlando di eccezioni, è l’unico padiglione (extra Giardini e Arsenale) il cui accesso è a pagamento (6 euro). Siamo andati a visitarlo e abbiamo scattato qualche foto, ai lettori l’ardua sentenza…
– Paolo Marella