UniCredit Tower, lo skyline di Milano nelle fotografie di Sonia Marin. E intanto la banca pensa ad una nuova sede per Roma

“Se penso alla vecchia sede di Piazza Cordusio, alla sua polvere e ai suoi tappeti, l’impressione è che bastasse entrarci per essere già un po’ banchieri. Se guardo questi nuovi spazi, invece, mi rendo conto di quanto tutti noi abbiamo ancora da imparare”. Si dice completamente vinto dalla seduzione del nuovo che avanza il presidente […]

“Se penso alla vecchia sede di Piazza Cordusio, alla sua polvere e ai suoi tappeti, l’impressione è che bastasse entrarci per essere già un po’ banchieri. Se guardo questi nuovi spazi, invece, mi rendo conto di quanto tutti noi abbiamo ancora da imparare”. Si dice completamente vinto dalla seduzione del nuovo che avanza il presidente del cda di UniCredit Giuseppe Vita, entusiasta nel presentare a Milano gli Sketches of Milan raccolti dalla macchina fotografica di Sonia Marin e pubblicati da Skira. Un volume che evoca, ammette il presidente della casa editrice Massimo Vitta Zelman, l’età d’oro in cui gli istituti di credito erano interlocutori privilegiati di chi stampa libri d’arte e di pregio – una vecchia analisi dell’ABI parla, in riferimento agli Anni Ottanta, di circa cinquecento titoli l’anno pubblicati su iniziativa delle banche; e che celebra senza scadere nello stucchevole quella che è impossibile definire in modo diverso da un’impresa storica. Al centro dell’analisi iconica di Marin, che accetta la sfida di cimentarsi in un ambito – quello della fotografia di architettura – diverso dal suo pane quotidiano, sono infatti i 180mila metri cubi di cemento e gli ottanta metri d’altezza con cui Cesar Pelli ha inciso in via definitiva lo skyline di Milano. Regalando alla città il grattacielo al momento più alto d’Italia, marchiando a fuoco – vetro e acciaio – il maxi cantiere che ha risolto l’area tra Porta Garibaldi e le Varesine. Un centinaio di scatti rigorosamente a pellicola, serie di visioni che privilegia alle spigolosità futuriste proprie del palazzo i piccoli e preziosissimi angoli di calore che persino un luogo di lavoro – e che lavoro, quello del bancario! – sanno rivelare. “Aggirandomi per il cantiere, quando la sede non era stata ancora inaugurata, mi è capitato di vedere teloni di cellophane lasciati dagli operai e di immaginarli come le tende che custodiscono l’intimità di una qualsiasi abitazione”: è questo il cono ottico di Marin, che riesce allora nel miracolo di personalizzare, tramutare in carne e vita, anche un bullone o un rocchetto di cavi da elettricista; una lastra di vetro o il tessuto di una poltrona.
E chissà che Sketches of Milan, accompagnato da un racconto inedito di Luca Doninelli e dalle riflessioni sull’immagine di Walter Guadagnini non sia destinato a inaugurare una serie di sguardi sulle città che, sollecitate dall’intervento dei privati, vanno repentinamente cambiando. Arriva proprio a margine della presentazione del volume la notizia, confermata dal direttore generale di UniCredit Paolo Fiorentino, che il gruppo sta pensando ad una nuova sede anche per Roma. Stretto riserbo sull’area, comunque già individuata, dove dovrà sorgere un intervento da risolvere entro cinque anni; con la dismissione degli uffici del centrale Palazzo De Carolis ma il mantenimento di quelli all’EUR, per un risparmio annuo per il gruppo – in affitti e utenze – stimato attorno ai 13 milioni di euro.       

– Francesco Sala

 

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Francesco Sala

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