I Preraffaelliti a Torino: tante immagini dei settanta capolavori dalla Tate Britain, con le influenze su moda, cinema e musica
Una grande mostra finalmente degna di definirsi tale. Dopo il milione di visitatori che hanno raccolto in due anni di tour per il mondo (dalla Tate Gallery a Washington, poi Mosca e Tokyo), i settanta capolavori di Preraffaelliti, l’utopia della bellezza si apprestano a tornare alla loro Tate Britain a Londra. Ma prima hanno deciso […]
Una grande mostra finalmente degna di definirsi tale. Dopo il milione di visitatori che hanno raccolto in due anni di tour per il mondo (dalla Tate Gallery a Washington, poi Mosca e Tokyo), i settanta capolavori di Preraffaelliti, l’utopia della bellezza si apprestano a tornare alla loro Tate Britain a Londra. Ma prima hanno deciso di fare tappa a Torino fino al 13 luglio, nel nuovo spazio di Palazzo Chiablese, all’interno del circuito del Polo Reale, che in tutta fretta ha dovuto smantellare la mostra precedente Doppio Sogno. Si è trattato, infatti, di un accordo pubblico/privato superveloce e improvviso, nato appena due mesi fa, tra Città di Torino, Soprintendenza regionale e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore che ha prodotto la mostra in collaborazione con la Tate Britain e il patrocinio del MiBACT, per non perdere l’occasione di ospitare icone assolute del periodo come Ophelia di John Everett Millais, L’amata (La Sposa) di Dante Gabriel Rossetti, Prendete Vostro figlio, Signore di Ford Madox Brown e Sidonia von Bork 1560 di Edward Coley Burne-Jones.
In un allestimento di stampo vittoriano, piuttosto buio, tra superfici specchianti arabescate, sedute avvolgenti e pareti dipinte in rosa antico e blu, si snodano sette sezioni: La Storia, La Religione, Il Paesaggio, La Vita Moderna, La Poesia, La Bellezza e Il Simbolismo. A dare un’impronta contemporanea al tutto c’è poi un video, a cura di Luca Beatrice, che racconta l’influenza che la Confraternita dei Preraffaelliti ha avuto sulla cultura occidentale, tra gotico e dark, a partire dagli anni ’80: nella moda (Vivienne Westwood, Alexander McQueen), nel cinema (Tim Burton, Francis Ford Coppola) e soprattutto nella musica (Joy Division, Bauhaus e The Cure “Lullaby, dall’album Disintegration, potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora a questa mostra” – ha detto Beatrice). Ecco una ricca fotogallery per cominciare a farsi un’idea del percorso…
– Claudia Giraud
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