Made in L.A., la risposta californiana alla Whitney Biennial. Ecco gli artisti presenti alla rassegna al via a giugno: ci sarà anche Piero Golia
Mentre a Los Angeles si attendono le prime mosse del MOCA targato Vergne, il prossimo giugno verrà inaugurata la seconda edizione della biennale Made in L.A., la risposta della west coast alla Whitney Biennial. Una rassegna organizzata dall’Hammer Museum e curata da Connie Butler e Michale Ned Holte, che proprio in questi giorni ha annunciato […]
Mentre a Los Angeles si attendono le prime mosse del MOCA targato Vergne, il prossimo giugno verrà inaugurata la seconda edizione della biennale Made in L.A., la risposta della west coast alla Whitney Biennial. Una rassegna organizzata dall’Hammer Museum e curata da Connie Butler e Michale Ned Holte, che proprio in questi giorni ha annunciato i trentacinque artisti partecipanti. Sin dalla sua prima edizione, scopo principale è quello di rappresentare gli artisti emergenti della scena di Los Angeles.
Mentre la biennale del Whitney aprirà i battenti il 7 marzo, quella dell’Hammer verrà inaugurata il 15 giugno, ma entrambe saranno accomunate dalla partecipazione degli artisti A.L. Steiner e lo scultore Ricky Swallow (visto alla Biennale di Venezia 2005, nel padiglione Australia), e due mostre dedicate a Tony Greene, morto per AIDS nel 1990. Fra gli artisti scelti per l’edizione 2014, l’italiano Piero Golia, losangeleno di adozione dal 2002, Gabriel Kuri (artista messicano presente spesso in Italia, dal Museion alla galleria Franco Noero), Tala Madani, i video-artisti Judy Fiskin e Harry Dodge. In occasione della mostra verrà assegnato un premio di 100mila dollari, il Mohn Award, assieme a due nuovi riconoscimenti, uno per la carriera e l’altro per l’opera di maggiore successo della mostra.
– Martina Gambillara
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