Dan Aykroyd distillatore a Milano: bottiglia d’artista e design italiano per Crystal Head, vodka con cui l’ex Blues Brother ha conquistato il mondo. Partendo dal suo Canada per spopolare persino a Mosca

Prima il vino, poi la tequila. Ora la vodka. Non si può certo dire che Dan Aykroyd non ami bere: l’ex Blues Brother prende la propria passione per uve e distillati e ne fa business giustamente lucroso. Arriva anche in Italia la sua Crystal Head, prodotto premiato nel senso più pieno del termine, medagliato nelle […]

Prima il vino, poi la tequila. Ora la vodka. Non si può certo dire che Dan Aykroyd non ami bere: l’ex Blues Brother prende la propria passione per uve e distillati e ne fa business giustamente lucroso. Arriva anche in Italia la sua Crystal Head, prodotto premiato nel senso più pieno del termine, medagliato nelle fiere di settore a San Francisco e Los Angeles, ma anche in quel di Mosca, vittoria in trasferta di cui gongolare in maniera più che legittima. Un progetto nato in Ontario, dove si attinge ad acque purissime e materie prime selezionate, ma che parla anche un po’ italiano, anzi milanese: nomen omen per Crystal Head, imbottigliata nei teschi in vetro disegnati dal paesaggista John Alexander e prodotti da Bruni Glass, eccellenza nostrana nel campo del design applicato al beverage. Non sarà Beyoncé, ma il suo nutrito e fedele manipolo di fan riesce ancora a mobilitarlo: confusione alla Rinascente per l’apparizione di Dan in persona, che non si scrolla di dosso i Ray Ban nemmeno sotto minaccia e racconta con l’entusiasmo di un ragazzino della sua vodka. Estrae dalla tasca della giacca un fogliaccio scribacchiato a pennarello: “questa è la formula della mia vodka” e sottolinea con l’indice una catena minima di idrogeno, ossigeno e carbonio; “questa è quella degli altri, delle etichette più importanti che trovi in commercio” e svela un rosario da piccolo chimico che non finisce più. “La mia è pura, semplice. Per questo è amica dei baristi: li mette nella condizione di inventare e creare cocktail”, e via a raccontare dei ripetuti filtraggi e di un quadruplice processo di distillazione che tende a livelli di purezza assoluta. Così parlò Dan Aykroyd, che si sente ancora chiamare Elwood, firma dischi e memorabilia assortiti e si perde a raccontare di viaggi in treno sorseggiando cocktail Martini, e di come per uno screwdriver perfetto sia necessario spremere gli agrumi a mano – arancia, mandarancio, lime – per non frustrare aromi ed effluvi. Oggi la vodka, domani il vino? “Non conviene esportare il mio vino  in Europa: i costi sono tali che sarei costretto a vendere una bottiglia a cifre improponibili per il vostro mercato”. Considerato che ritiene invece proponibile il lancio di una vodka che in edizione limitata e autografata viene quasi duecento euro la bottiglia, forse, è meglio così!

 – Francesco Sala

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