Biennale di Venezia. Ecco tutti i nomi invitati da Massimiliano Gioni per il suo Palazzo Enciclopedico. E sì, ci sono parecchi italiani

Imprevedibile. Piacevolmente imprevedibile. Questo il primo commento che sorge spontaneo, ad una prima osservazione degli artisti invitati – il concept del progetto era già delineato – per la mostra internazionale della Biennale di Venezia by Massimiliano Gioni, presentata oggi 13 marzo a Roma. Titolo conosciuto, Il Palazzo Enciclopedico: ed enciclopedica appare la selezione degli artisti […]

Imprevedibile. Piacevolmente imprevedibile. Questo il primo commento che sorge spontaneo, ad una prima osservazione degli artisti invitati – il concept del progetto era già delineato – per la mostra internazionale della Biennale di Venezia by Massimiliano Gioni, presentata oggi 13 marzo a Roma. Titolo conosciuto, Il Palazzo Enciclopedico: ed enciclopedica appare la selezione degli artisti invitati, una scelta a 360 gradi – e quindi imprevedibile, dopo tante biennali un po’ troppo prevedibili – di personaggi chiamati a farsi interpreti del progetto dell’artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti, “un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite”.
Parlare di artisti “invitati” non è del tutto corretto: più di quaranta, fra i circa 150 totali, non hanno infatti ricevuto l’invito, trattandosi di artisti morti. Forse un numero un po’ elevato, per una rassegna che da statuto – buono o cattivo che sia – dovrebbe rappresentare più o meno “quanto accaduto nell’arte nei due anni precedenti”. Ma anche questo conferma la libertà nelle scelte di Gioni, che ha messo insieme un elenco di nomi morto forti, nel quale grandi maestri storicizzati si affiancano creativi poco più che emergenti, tanti altri “established”, personaggi poco noti e riscoperti per l’occasione. In ogni caso, la sensazione è di una profonda ricerca, abbastanza slegata alle logiche del “sistema”.
Ricca anche la pattuglia degli italiani, anche in questo caso “anomala”: quattordici in totale, anche qui giovani artisti al fianco di maestri meno seguiti da critica e mercato. Ma il tempo per le analisi dettagliate ci sarà: intanto ecco la lista completa degli invitati…

Hilma af Klint, Victor Alimpiev, Ellen Altfest, Paweł Althamer, Levi Fisher Ames, Yuri Ancarani, Carl Andre, Uri Aran, Yüksel Arslan, Ed Atkins, Marino Auriti, Enrico Baj, Mirosław Bałka, Phyllida Barlow, Morton Bartlett, Gianfranco Baruchello, Hans Bellmer, Neïl Beloufa, Graphic Works of Southeast Asia and Melanesia, Hugo A. Bernatzik Collection, Ștefan Bertalan, Rossella Biscotti, Arthur Bispo do Rosário, John Bock, Frédéric Bruly Bouabré, Geta Brătescu, KP Brehmer, James Lee Byars, Roger Caillois, Varda Caivano, Vlassis Caniaris, James Castle, Alice Channer, George Condo, Aleister Crowley e Frieda Harris, Robert Crumb, Roberto Cuoghi, Enrico David, Tacita Dean, John De Andrea, Thierry De Cordier, Jos De Gruyter e Harald Thys, Walter De Maria, Simon Denny, Trisha Donnelly, Jimmie Durham, Harun Farocki, Peter Fischli & David Weiss, Linda Fregni Nagler, Peter Fritz, Aurélien Froment, Phyllis Galembo, Norbert Ghisoland, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Domenico Gnoli, Robert Gober, Tamar Guimarães e Kasper Akhøj, Guo Fengyi, João Maria Gusmão e Pedro Paiva, Wade Guyton, Haitian Vodou Flags, Duane Hanson, Sharon Hayes, Camille Henrot, Daniel Hesidence, Roger Hiorns, Channa Horwitz, Jessica Jackson Hutchins, René Iché, Hans Josephsoh, Kan Xuan, Bouchra Khalili, Ragnar Kjartansson, Eva Kotátková, Evgenij Kozlov, Emma Kunz, Maria Lassnig, Mark Leckey, Augustin Lesage, Lin Xue, Herbert List, José Antonio Suárez Londoño, Sarah Lucas, Helen Marten, Paul McCarthy, Steve McQueen, Prabhavathi Meppayil, Marisa Merz, Pierre Molinier, Matthew Monahan, Laurent Montaron, Melvin Moti, Matt Mullican, Ron Nagle, Bruce Nauman, Albert Oehlen, Shinro Ohtake, J.D. ‘Okhai Ojeikere, Henrik Olesen, John Outterbridg, Paño Drawings, Marco Paolini, Diego Perrone, Walter Pichler, Otto Piene, Eliot Porter, Imran Qureshi, Carol Rama, Charles Ray, James Richards, Achilles G. Rizzoli, Pamela Rosenkranz, Dieter Roth, Viviane Sassen, Shinichi Sawada, Hans Schärer, Karl Schenker, Michael Schmidt, Jean-Frédéric Schnyder, Friedrich Schröder-Sonnenstern, Tino Sehgal, Richard Serra, Shaker Gift Drawings, Jim Shaw, Cindy Sherman, Laurie Simmons e Allan McCollum, Drossos P. Skyllas, Harry Smith, Xul Solar, Christiana Soulou, Eduard Spelterini, Rudolf Steiner, Hito Steyerl, Papa Ibra Tall, Dorothea Tanning, Anonymous Tantric Paintings, Ryan Trecartin, Rosemarie Trockel, Andra Ursuta, Patrick Van Caeckenbergh, Stan VanDerBeek, Erik van Lieshout, Danh Vo, Eugene Von Bruenchenhein, Günter Weseler, Jack Whitten, Cathy Wilkes, Christopher Williams, Lynette Yiadom-Boakye, Kohei YoshiyUKi, Sergey Zarva, Anna Zemánková, Jakub Julian Ziółkowski, Artur Żmijewski

– Massimo Mattioli

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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