Roma, Vittoriano: dopo dieci anni di gestione con incarico diretto, la Regione lancia una gara. Ed è polemica. Bando studiato ad hoc per favorire la vecchia società? Soliti inciuci o la musica cambia?

Dici Roma e dici – banalmente, universalmente – Colosseo, Ara Pacis, Fori Imperiali. Icone senza tempo, tra classicità smagliante e sempiterna fascinazione popolare. E dici anche, naturalmente, Altare della Patria. Simbolo di Roma Caput Mundi e dell’Italia tutta, il grande monumento di Piazza Venezia celebra, nella sontuosa austerità di una iconografia classica, valori, carattere, fasti, […]

Dici Roma e dici – banalmente, universalmente – Colosseo, Ara Pacis, Fori Imperiali. Icone senza tempo, tra classicità smagliante e sempiterna fascinazione popolare. E dici anche, naturalmente, Altare della Patria. Simbolo di Roma Caput Mundi e dell’Italia tutta, il grande monumento di Piazza Venezia celebra, nella sontuosa austerità di una iconografia classica, valori, carattere, fasti, radici e nobiltà della Nazione, qui incarnata dalla figura di Re Vittorio Emanuele II, a cui il gioiello architettonico fu dedicato a fine ‘800.
All’interno una serie di spazi espositivi – dal Museo Centrale del Risorgimento alla Gipsoteca, passando per altre sale adibite a mostre temporanee – ricadono sotto l’egida della Regione Lazio, dopo essere stati inglobati dal Polo Museale Romano. La gestione degli spazi, da lungo tempo, porta il marchio di Comunicare Organizzando, società fondata nel ‘95 da Alessandro Nicosia. Chi è costui? Il quotidiano on line Linkiesta lo dipinge come un uomo passepartout: entrato nelle grazie del Quirinale, fin dai tempi di Carlo Azeglio Ciampi, Nicosia ha attraversato le varie stagioni amministrative della Capitale, essendo sempre al fianco di sindaci e assessori. Ma soprattutto dei massimi vertici dello Stato: Ciampi prima, che lo nominò Commendatore della Repubblica, e Napolitano poi. Ed è lui stesso, con orgoglio, a rimarcare al quotidiano on line questa sua posizione privilegiata, definendosi “il braccio armato delle istituzioni”, uno che ha lavorato “per Quirinale, Camera, Senato e anche per il Vaticano”. Quando il Potere è una roba di routine. Il che non esclude a priori – fuor di retorica – meriti, qualità e competenze.
Il mandato per la gestione dei servizi del Vittoriano (organizzazione, accoglienza, comunicazione, biglietteria, etc), incarico pregevolissimo e strategico, adesso sarebbe però in scadenza. Da quando, nel 2002, il presidente Ciampi decise di riaprire il monumento e restituirlo ai cittadini, il pacchetto venne affidato alla società di Nicosia tramite un decreto legislativo, in assenza di bando. Incarico confermato poi nel 2002 dal soprintendente del polo museale di Roma. Adesso, finalmente, il bando è arrivato, pubblicato pochi giorni fa dalla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio. Buona notizia: a guadagnarne, se non altro, la libera concorrenza, la possibilità di migliorare i servizi, l’equità nella selezione. E qui arrivano le polemiche, puntualmente riprese da Linkiesta.

Il Milite Ignoto, Altare della Patria, Vittoriano

Il Milite Ignoto, Altare della Patria, Vittoriano

Il bando, pare, rispecchierebbe in maniera straordinariamente fedele alcune delle caratteristiche di Comunicare Organizzando: la società ideale dovrebbe ad esempio avere un fatturato per il triennio 2009-2011 pari ad almeno 18 milioni di euro – Nicosia ne dichiara 13 milioni per il 2011 e 9 milioni per il 2010 -, dovrebbe aver tirato su almeno 5 milioni con le sponsorizzazioni – per Nicosia sono 4 milioni nel 2010 e nel 2011 – e dovrebbe avere raccolto almeno altri 5 milioni dai servizi di accoglienza, informazione, ascensori panoramici (straordinaria macchina da soldi, con incassi da capogiro), biglietteria: e anche qui, in effetti, coincide tutto alla perfezione, con 6,5 milioni per Nicosia nel 2011 e 3 nel 2010. In cambio, l’amministrazione riceverebbe, qualcosa come: 100.000 euro annui a fronte dell’affidamento servizi, il 70% sugli incassi sulla biglietteria, il 15% sugli introiti dei servizi. Queste le quote base di gara.
Insomma, l’ipotesi di una bando costruito ad hoc, per favorire lo storico gestore coccolato dalla politica locale e nazionale, serpeggia eccome. Lui, serafico, respinge al mittente i sospetti e attende a breve gli esiti, essendo la scadenza fissata per il prossimo 31 marzo. Si accettano scommesse: chi salirà di nuovo al timone dell’Altare della Patria?

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più