Giacomo Costa, la Costa Concordia e il Museo Pecci. Bizzarre coincidenze artistiche a margine dell’incidente del Giglio

Giacomo Costa è un artista che opera sul senso di disastro immanente (e oltre), sulla possibilità o meglio sulla probabilità del collasso a causa dei modelli di sviluppo sconsiderati che l’uomo persegue. Sulla rovina. Si è partiti anni fa da lavori che riflettevano sugli abusi edilizi, si è arrivati oggi alla messa in guardia più […]

Giacomo Costa Costa Concordia 2012 Giacomo Costa, la Costa Concordia e il Museo Pecci. Bizzarre coincidenze artistiche a margine dell'incidente del Giglio

Giacomo Costa - Costa Concordia - 2012

Giacomo Costa è un artista che opera sul senso di disastro immanente (e oltre), sulla possibilità o meglio sulla probabilità del collasso a causa dei modelli di sviluppo sconsiderati che l’uomo persegue. Sulla rovina. Si è partiti anni fa da lavori che riflettevano sugli abusi edilizi, si è arrivati oggi alla messa in guardia più generale sul paesaggio, l’inquinamento, i disastri naturali. E si è transitati anche attraverso dei lavori che avevano enormi scafi di navi alla deriva in città postatomiche.
Tra questi c’è l’Atto n. 9 del 2007, un’opera  acquistata da Valdemaro Beccaglia, il recentissimamente scomparso presidente del Museo Pecci, da lui donata al museo e sempre da lui scelta come immagine-simbolo per il 2011 in occasione delle scorse festività natalizie. A inizio Gennaio, dunque, tutti gli iscritti alla mailing list del Pecci hanno ricevuto una cartolina di auguri illustrata dall’opera di Giacomo Costa. Dopo un paio di settimane l’incidente del Giglio con dinamiche del tutto simili a quelle presagite dall’artista cinque anni prima, a riprova che “la paura per un futuro reso incerto da comportamenti umani scellerati possa tragicamente realizzarsi“, ci spiega l’artista.
Il passo successivo è stato quello di andare a vedere e documentare con una foto molto personale (non un lavoro, dunque) il disastro naturale della Concordia, la débacle tecnologica, la scena surreale e ancor più surreale perché reale. Ci siamo procurati lo scatto e l’abbiamo messo in relazione al lavoro del 2007: forse è l’unico e inedito sguardo d’artista sul fin troppo dibattuto naufragio. Oltre ad essere l’anello di congiunzione di una serie di coincidenze.

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Redazione

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