Natale sottotono ad Atene? Dipende dai punti di vista. Alle decorazioni del centro (ed a riempire le vetrine vuote) ci pensano i giovani artisti dell’Accademia

Un tuffo all’indietro di una cinquantina di anni. Una retrocessione forzosa, ma che alla fine svelerà anche diversi aspetti virtuosi. La scena è quella di Atene, dove – a 15 giorni dal Natale – anche nelle zone normalmente brulicanti di turisti ma, specie in questo periodo, di shopping-victims, da via Ermou alla Plaka, regna una surreale […]

Natale ad Atene 2011 Natale sottotono ad Atene? Dipende dai punti di vista. Alle decorazioni del centro (ed a riempire le vetrine vuote) ci pensano i giovani artisti dell’Accademia

Un tuffo all’indietro di una cinquantina di anni. Una retrocessione forzosa, ma che alla fine svelerà anche diversi aspetti virtuosi. La scena è quella di Atene, dove – a 15 giorni dal Natale – anche nelle zone normalmente brulicanti di turisti ma, specie in questo periodo, di shopping-victims, da via Ermou alla Plaka, regna una surreale ed insolita quiete.
Sono gli effetti della rigidissima austerity, che da queste parti ha avuto effetti immediati anche sulla preparazione alle festività natalizie. Natale triste? Non si direbbe, semmai diverso, probabilmente più umano, e un pochino più creativo. Mancano gli abituali 2 milioni di euro investiti solo per abbellire Piazza Syntagma? E allora si chiede aiuto ai bambini, che realizzano un grande albero coordinati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti.
E l’arte si ramifica per tutte le vie del centro, drammaticamente riempitesi di cartelli “affittasi” dove un tempo stazionavano boutique del lusso e locali alla moda. Locali che ora si trasformano in temporary gallery per gli stessi studenti-artisti, facendo del centro un grande museo diffuso della giovane arte. Per chi in questi giorni sia passato – per dire – dalle parti di Via Condotti a Roma o Montenapoleone a Milano: siamo certi che in Grecia abbiano qualcosa da invidiarci? La crisi da noi morde solo un filo meno, ma nelle nostre città si continuano a spendere milioni (rigorosamente senza bandi e evidenze pubbliche, tutti affidamenti diretti a ditte campane o calabresi ça va sans dire…) per allestimenti che sovente sconfinano nel più marchiano cattivo gusto.

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Redazione

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