Due settimane e poi si chiude la Biennale? Strano, perché il Padiglione Italia (quello, tormentato, della regione Piemonte) continua ad invitare artisti…

Il mittente è un editore, e la cosa – visto che a quanto pare per il finissage generale dovrebbe essere pronto il catalogo – sulle prime può trarre in inganno. Ma poi una seconda lettura spazza via tutti i dubbi: è proprio così, c’è qualcuno che ancora invita artisti per “il Padiglione Italia della Biennale […]

Il mittente è un editore, e la cosa – visto che a quanto pare per il finissage generale dovrebbe essere pronto il catalogo – sulle prime può trarre in inganno. Ma poi una seconda lettura spazza via tutti i dubbi: è proprio così, c’è qualcuno che ancora invita artisti per “il Padiglione Italia della Biennale di Venezia che aprirà a Torino a fine novembre”. Esatto, fine novembre, quando la data di conclusione della Biennale è da sempre fissata per il 27 novembre. Ma a Torino si inaugura. Cosa? Non si sa, tanto per cambiare.
Qualcuno invita, non il curatore Vittorio Sgarbi o la sua longa manus Arthemisia. Si tratta dell’editore Giorgio Grasso, che nella mail in questione – fattaci pervenire da uno dei destinatari, l’artista Angelo Bellobono – sostiene che sia stato Sgarbi ad incaricarlo. A rendere tutto ben più che surreale, la mail non contiene indicazioni di location, date, altri invitati, nulla. Ma chiede “una sua risposta in merito”. Eugene Ionesco non avrebbe potuto pensare di meglio. Ma ecco, sotto, la risposta di un pazientissimo e oltremodo cortese Bellobono…

Gentile Sig. Giorgio Grasso

Buongiorno a lei innanzitutto, non so cosa pensare di questa mail ricevuta senza alcuna indicazione specifica e senza mettere in copia nascosta gli altri 7500 destinatari.
Sicuramente lei non ha la minima idea su che tipo di richiesta le sia stata fatta e su quanto avvenuto nei mesi scorsi riguardo questa ormai tristemente famosa Biennale, una manifestazione che ogni artista dovrebbe essere orgoglioso di poter avere nel suo curriculum e che invece diventa motivo di doloroso rifiuto. Intendiamoci, anche le altre biennali e manifestazioni varie più o meno stitiche e snob sono per altre ragioni discutibili, ma tra questa a cui lei mi invita a partecipare e le altre, c’è tutto un mondo di grande qualità che lavora e produce progetti, opere, comportamenti e persone ai quali bisognerebbe porre più attenzione. Insomma per dirla alla Luca Rossi, non si può passare dalla Ikea evoluta legata più alle speculazioni immobiliari che all’arte, alla sagra del fungo porcino o del carciofo ( con tutto il rispetto per queste piacevoli manifestazioni folk dell’identità territoriale).
Con queste poche righe, spero di aver reso l’idea del grave danno che si sta perpetrando nei confronti dell’arte di questo paese, che naturalmente non è slegata dal resto che lo distrugge in tutti i suoi ambiti.
Ripeto, con questa non intendo criticare il solo operato di Sgarbi, ma anche quello dei molti operatori culturali che in ragione di un potere acquisito in modo quantomeno discutibile, operano nella più assoluta mancanza di rispetto delle opere, degli artisti e delle persone in generale.
Con ciò ringrazio e declino l’invito augurandole buona giornata

Angelo Bellobono

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