Il superchef Alajmo alla conquista di Venezia. E per il debutto del suo Ristorante Quadri? Sceglie la Biennale…

Rivoluzione a Venezia. No, tranquilli, stavolta non parliamo del padiglione sgarbiano, né di artisti imbufaliti scesi in piazza a fare barricate. Questa rivoluzione si gioca sui terreni del gusto e della raffinatezza, che – come accade ormai sempre più di frequente – si accompagnano alla gastronomia. Il terreno di battaglia? Quanto di più iperveneziano ci […]

Rivoluzione a Venezia. No, tranquilli, stavolta non parliamo del padiglione sgarbiano, né di artisti imbufaliti scesi in piazza a fare barricate. Questa rivoluzione si gioca sui terreni del gusto e della raffinatezza, che – come accade ormai sempre più di frequente – si accompagnano alla gastronomia.
Il terreno di battaglia? Quanto di più iperveneziano ci possa essere, ovvero quel Grancaffè Quadri che da secoli presidia Piazza San Marco facendo il controcanto al Florian. E dell’omonimo ristorante, che con maggior discrezione occupa il piano superiore.
Presente già nella prima metà del ‘600 con il nome Il Rimedio, verso la fine del 1700 Giorgio Quadri avviò l’avventura del Caffè Quadri, rilevato nell’800 dai fratelli Vaerini, che aggiunsero al piano superiore il raffinato Ristorante Quadri. Dal 2011 l’ambita location entra nella galassia di Massimiliano Alajmo, lo chef che ottenne le tre stelle battendo il record di età (mai nessuno le conquisto così giovane) con il suo ristorante Le Calandre a Sarmeola di Rubano, nel padovano. Con una proposta che – come si usa oggi – si biforcherà tra un livello gourmet e una linea più accessibile. Un bel rivale e un bello stimolo per il ristorante MET di Corrado Fasolato (protagonista anche sul Magazine di Artribune), attualmente il miglior ristorante della città.

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