Eccolo, implacabile, il Rapporto Annuale di Federculture. Se ne parla oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, dove la pubblicazione dei dati, usciti proprio in questi giorni, è lo spunto per l’incontro sul tema La cultura serve al presente. Creatività e conoscenza per il benessere sociale e il futuro del paese. A parlare dello stato di salute del “settore-cultura” (in termini di investimenti, sviluppo e “rendita”) sono Roberto Grossi – Presidente di Federculture -, Mario Resca – Direttore Generale per la valorizzazione del patrimonio -, il sociologo Domenico De Masi, il presidente dell’Accademia di Brera Salvatore Carrubba e, nientepopodimenoché, Gianfranco Fini. Al Presidente della Camera tocca introdurre il dibattito, partendo dai dati del rapporto. E pare proprio che non ci sia da stare molto allegri: tra il 2005 e il 2011 l’investimento pubblico nel comparto-cultura è passato da 7,5 a 4,8 miliardi di euro, col risultato che realtà importanti come la Società Dante Alighieri – ricorda Fini – si sono ritrovate a dover fare i conti con il 70% in meno di fondi.
Se poi si considerano le risorse statali assegnate alla manutenzione e al restauro del patrimonio, le cifre tirate in ballo dal leader di Futuro e Libertà fanno tremare gambe e polsi: dai 335 milioni di euro del 2004 ai 102 milioni attuali. Tuttavia non è così chiaro se le cose vadano bene o male, tra un dato che indica buona salute (il rapporto parla di una crescita del 4,9% della spesa “pro-famiglia” per le attività culturali e di un aumento del 18% dei lavoratori del settore) e un richiamo (reiterato) alla necessità di elaborare “uno sviluppo strutturale che non risponda solo alla logica dell’emergenza”. Ma è Fini a spezzare gli indugi, sfoderando la metafora fiabesca per ricordare che la cultura è la Cenerentola della politica. E forse, a margine di questa fotografia così poco rassicurante, verrebbe voglia di ribaltare il titolo dell’incontro: alla cultura serve un presente. Disperatamente. E che non preveda i tagli stimati da Federculture (fino al 50% in meno d’investimenti da parte degli Enti Locali, spesso i veri protagonisti dello sviluppo culturale sul territorio).
– Saverio Verini