Gunnar B. Kvaran, Biennale di Lione
10 settembre 2013
intervista di Marco Enrico Giacomelli

La Biennale degli story teller. La ricorderemo così, questa dodicesima rassegna d’arte contemporanea di Lione, tutta dedicata al tema delle nuove narrazioni. Un tema che è tornato con forza, negli ultimi anni, ad affiancare il persisatere e l’esplodere di concettualismi vari, estetiche relazionali, approcci sociologici e antropologici. E allora è partito proprio dalla vecchia idea di “storia” Gunnar B. Kvaran, curatore di questa Biennale de Lyon, appena inaugurata. Sceneggiatori, romanzieri, drammaturghi, novellisti, giornalisti… Ma anche politici e pubblicitari: ‘arte del racconto da sempre è un canale straordinario per entrare in contatto con le persone, per offrir loro sogni, riflessioni, memorie, divagazioni, universi paralleli, arrivando anche ad influenzarne desideri ed intenzioni. E poi gli artisti, certamente. Che questa voglia di tessere storie non l’hanno mai perduta davvero, e in certi momenti storici l’hanno fortemente recuperata.

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Ma si tratta qui, naturalmente, di narrazioni differenti, sperimentali: Kvaran, che nel suo statement curatoriale cita Roland Barthes e le “innumerevoli forme di narrazione del mondo“, ha invitato artisti di tutto il mondo – Europa , Asia, America Latina, Africa, USA – a condividere l’arte del racconto attraverso moltepolici linguaggi e forme di ricerca creativa, dalla scultura alla pittura, dall’animazione al video, dal testo al suono, dall’installazione alla performance. Tutti artisti che stanno stanno immaginando le narrazioni di domani, rinunciando alla tradizionale suspense cinamatografica, all’emotività di certa narrativa hollywoodiana globalizzata, alle tecniche televisive commerciali o ai format dei best-seller mondiali. Esploratori di nuovi dispositivi di scrittura (visiva, sonora, testuale, etc), capaci di ripensare, se non addirittura sovvertire, i rapporti tradizionali tra lo sguardo dell’autore e il mondo, e poi tra il mondo stesso e gli occhi di chi lo ri-legge, attraverso un racconto.
Tra i giovani artisti invitati ci sono Ed Atkins, Helen Marten, Vaclav Magid, Trisha Baga, Ian Cheng, Petra Cortright, Nate Lowman, Ryan Trecartin, Zhang Ding, Masaya Chiba, Neil Beloufa, Lili Reynaud-Dewar. Il curatore lo abbiamo incontrato a Lione, nel giorno frenetico dell’opening, e gli abbiamo rubato a volo alcune dichiarazioni. Ecco concept e la formula di questa Biennale, secondo Gunnar B. Kvaran.

Helga Marsala

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Helga Marsala
Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo, fino al 2010, come caporedattore per la piattaforma editoriale Exibart. Nel 2011 è nel gruppo che progetta e lancia la testata culturale Artribune, dove ancora oggi lavora come editorialista, collaborando col team di direzione e operando come curatrice e project manager nel nuovo comparto aziendale Artribune Produzioni. Svolge un’attività di approfondimento teorico attraverso saggi e contributi critici all’interno di pubblicazioni d’arte e cultura contemporanea. Scrive di arti visive, arte pubblica, politica, costume, comunicazione, attualità e linguaggi creativi contemporanei. Presso Riso Museo d’Arte contemporanea della Sicilia è stata curatrice dell’Archivio S.A.C.S (Sportello Artisti Contemporanei Siciliani) e membro del Comitato Scientifico, collaborando a più riprese con progetti espositivi, editoriali e di ricerca del Museo. Cura mostre e progetti, prevalentemente presso spazi pubblici italiani, seguendo il lavoro di artisti italiani ed internazionali. È stata membro di commissioni e giurie per premi/residenze d’ambito nazionale, riservati ad artisti. Dal 2018 al 2020 ha lavorato come Consulente per la Cultura del Presidente della Regione Siciliana e dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.