Il futuro nelle attese. Mimmo Jodice a Napoli
Madre, Napoli – fino al 24 ottobre 2016. Un progetto espositivo che si rende perfetto apparato di comunicazione, una mano curatoriale ferma e sensibile. Le attese, la sospensione, la sempiterna attualità dei giorni negli inconfondibili monocromi fotografici di Mimmo Jodice.
IL FUTURO
Se troppo spesso capita di imbattersi in mostre che risultano essere un contenitore scollato o ingombrante rispetto al contenuto, la grande retrospettiva dedicata dal Madre a Mimmo Jodice (Napoli, 1934) evidenzia come sia possibile fare sintesi e anche celebrazione di una carriera ormai consacrata, ma nell’ottica di apertura a nuovi punti di partenza e proiezioni nel futuro.
La curatela del direttore Andrea Viliani orchestra l’itinerario espositivo a struttura chiastica: ad abbracciare il tutto, una sala – parcellizzata in camere quasi laboratoriali – che può fruirsi tanto a inizio quanto a fine percorso, in cui le testimonianze sperimentali di Jodice evidenziano la consapevolezza metalinguistica che lo ha reso padre della didattica universitaria italiana in ambito fotografico e pioniere nel riconoscimento di una dignità autonoma a un’arte che, precedentemente, era vista come mera registrazione del reale.
LA MOSTRA
Così connotato, il suo lavoro è suddiviso in tre sezioni che, per la loro successione, individuano un tempo sincronico e acronico, sospeso, in aderente congruità col messaggio autoriale di Jodice, basato su dimensioni spaziotemporali misteriche e universali, che racchiudono l’essenza ontologica, ma anche la potenzialità evocativa, dei mondi fotografati. A inizio percorso le famose visioni archeologiche e in coda Transiti, serie che ricercano, in chiave di empatia umana, la sempiterna attualità di sguardi e suggestioni antiche; ma è a metà dell’itinerario, con un’illogicità diacronica che sugella appunto la valenza ciclica della propulsione creativa dell’artista, il più recente progetto Attese, scenografie metafisiche per l’universale condizione della sospensione, dell’attendere.
LA CURATELA
In tal modo, la mano curatoriale scansa la trappola, rischiosa quando si lavora sugli established, di fossilizzare in una celebrazione quasi preclusiva di futuro quella che invece si percepisce come un ricerca tuttora in fermento. Lo stesso approccio fa sì che anche gli accostamenti – pregnanti e illuminanti – tra il classicismo e la sospensione di Jodice e quelli di sculture archeologiche o capolavori di René Magritte, Giovan Battista Piranesi, Jusepe de Ribera, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico e Mario Sironi sembrino aprire nuove direzioni interpretative e progettuali, piuttosto che chiudere il tutto in una consacrazione solo musealizzante.
Diana Gianquitto
Napoli // fino al 24 ottobre 2016
Mimmo Jodice – Attesa. 1960-2016
a cura di Andrea Viliani
MADRE
Via Settembrini 79
081 19313016
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www.madrenapoli.it
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