Alessandro Bazan, pittore divagante. A Marsala

Convento del Carmine, Marsala – fino al 30 settembre 2016. Il realismo di Alessandro Bazan in un’antologica che abbraccia un’ampia fetta di produzione. Come mettere insieme Guttuso e Hopper? Tra grattacieli metropolitani e campi di grano, tra spiagge siciliane e memorie jazz, l’eclettismo vorace del pittore palermitano si muove tra contaminazioni e sospensioni continue.

UNA SINTESI DINAMICA
Una pittura senza centro. Molteplice, dinamica per vocazione: sul piano dei riferimenti iconografici, delle articolazioni tonali e formali, dell’energia, della narrazione. Tutto si muove, nei quadri di Alessandro Bazan (Palermo, 1966). Sfugge, s’attorciglia, scivola, avanza a zig-zag. E in questo dondolio la sintesi è misteriosamente antinarrativa, ambigua: i meriggi assolati e le notti metropolitane, svuotati di ogni suono; le piccole scene incantate; gli interni zeppi di dettagli, improvvisamente congelati.
Così, il pittoresco si contraddice, incontrando l’enigma; il racconto si perde, polverizzando la trama; la cronaca si sfilaccia e poi si nega, tra spaesamenti e slittamenti. E ciò che la pittura organizza, costruisce, illustra, la pittura stessa dissolve in una sintassi aperta, sinuosa. Col jazz, inossidabile amore, che torna nei temi, nei ritmi, nelle scritture.
Il titolo dell’antologica allestita al Convento del Carmine di Marsala racconta tutto questo in una parola sola. Divagante. Di qua e di là procede, la pittura di Bazan, mettendo a fuoco e poi divagando, eludendo. E qui, sul filo della profonda, coltissima lettura critica di Sergio Troisi, emerge tutta la complessità nascosta dietro la leggerezza. Grazie all’accurata selezione di tele, che pesca dagli ultimi quindici anni di produzione.

Alessandro Bazan, Pobre, 2016 - olio su tela, cm 45x35

Alessandro Bazan, Pobre, 2016 – olio su tela, cm 45×35

DALLA PITTURA, AL CINEMA, AL FUMETTO
Non si contano i rimandi ad autori del Novecento europeo (Guttuso, Pirandello, Picasso, Giacometti…), ma anche al realismo americano di Hopper o al mondo dei fumetti. Mentre il cinema e il teatro – nel gioco di tagli, inquadrature, piani paralleli, finestre e quadri nel quadro – prestano la logica del regista all’occhio del pittore.
E sono decine di figurine filiformi, fiammeggianti, quasi dissolte; paesaggi urbani ripresi dall’alto, grattacieli, scorci di spiagge; gruppi di persone tratteggiati con rapidità, ma strutturati con rigore, dalla siesta chiaroscurale di Ragazze schifosette (2010), allo scenografico Collettivo (2011), dove anche un tavolo assomiglia a un palco e una tela ad un fondale; campi assolati e malinconici, come i minuscoli gioielli Pobre (2016) e Ognun per sé (2006); strumenti muti, a riposo (Batteria, 2007), villette d’epoca disabitate (Villino di Mondello, 2006), o ancora il metafisico set magenta di Ok Corral (2009), direttamente da un western pop-visionario, tra Antonioni, Schifano e Sergio Leone.
Sul fondo, il giallo ocra di una Sicilia divenuta orizzonte esistenziale, più che descrizione: là dove la materia si disfa e si consuma, il racconto non ha definizione. Pittura tutta mediterranea, sospesa. Tra mille piani di solitudine e rumore.

Helga Marsala

Marsala // fino al 30 settembre 2016
Alessandro Bazan  – Divagante
a cura di Sergio Troisi

Catalogo Glifo
CONVENTO DEL CARMINE

Piazza Del Carmine 
0923713822
[email protected]
www.pinacotecamarsala.it

MORE INFO:
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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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