La fotografia sulla scena del crimine. A Torino

Camera, Torino – fino al 1° maggio 2016. Il crimine è protagonista nella recente sede espositiva torinese dedicata alla fotografia. Una carrellata di scatti forensi. Fra tribunali, droni e guerre civili.

Processo di Norimberga - gli accusati il 29 novembre 1945 prima della proiezione delle immagini dei campi di concentramento nazisti – still da Christian Delage, Nuremberg, les nazis face à leurs crimes, 2006
Processo di Norimberga - gli accusati il 29 novembre 1945 prima della proiezione delle immagini dei campi di concentramento nazisti – still da Christian Delage, Nuremberg, les nazis face à leurs crimes, 2006

IMMORTALARE IL CRIMINE
Studi, sperimentazioni, attività dedicate al mondo della fotografia: è questo lo scopo di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, inaugurato lo scorso ottobre a Torino. Una struttura ideata per offrire libero accesso alla fotografia di talento – nazionale e internazionale – attraverso un dialogo con studiosi appassionati e curiosi spettatori, riunitisi stavolta per indagare “la scena del crimine”.
E se l’intento era di stupire anche chi non è mai entrato in un’aula giudiziaria, allora l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto grazie alla varia e accurata selezione di casi-studio presenti in mostra, come una testimonianza del controverso statuto di verità racchiuso nella fotografia. I primi scatti esposti – scenari entrati nelle aule di tribunale per accusare o assolvere – attraggono principalmente gli esperti forensi o gli amanti del macabro, ma chiunque non può esimersi dall’impressionarsi dinanzi alle foto satellitari usate dalle organizzazioni per i diritti umani allo scopo di denunciare l’uccisione di civili.

Protocollo di Alphonse Bertillon, Assassinio di monsieur Canon, boulevard de Clichy, 9 dicembre 1914. Vista per capovolgimento - Préfecture de police de Paris, Service de l’Identité judiciaire. © Archives de la Préfecture de police de Paris
Protocollo di Alphonse Bertillon, Assassinio di monsieur Canon, boulevard de Clichy, 9 dicembre 1914. Vista per capovolgimento – Préfecture de police de Paris, Service de l’Identité judiciaire. © Archives de la Préfecture de police de Paris

TRA SCIENZA E STORIA
“Nella materia stessa dell’immagine sono impressi una moltitudine di segni chiari, mescolati a segni confusi, possibili “trappole” affiancano dettagli significativi”, ha affermato la curatrice Diane Dufour. Un approccio scientifico prima ancora che storico al mezzo fotografico, inteso come momento di rottura rispetto alla passata incertezza che caratterizzava le scienze criminologiche.
La fotografia immortala, si sa, anche gli orrori del passato. Ecco perché la mostra si conclude sottoponendo il visitatore a una profonda riflessione sull’efferatezza della Storia, esemplificato dal filmato sul processo di Norimberga. Il tutto a dimostrare il potere ineguagliabile e prepotente dell’obiettivo fotografico che irrompe sulla scena del crimine come unico e indiscutibile strumento capace di indurre a un esame di coscienza persino il killer stesso.

Il contenuto prosegue a seguire

Iscriviti a Incanti. Il settimanale di Artribune sul mercato dell'arte

 
 

Flavia Zarba

Torino // fino al 1° maggio 2016
Sulla scena del crimine. La prova dell’immagine dalla Sindone ai droni.
a cura di Diane Dufour
CAMERA
Via delle Rosine 18
011 0881150
[email protected]
www.camera.to

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50849/sulla-scena-del-crimine/

Iscriviti alla nostra newsletter
CONDIVIDI
Flavia Zarba
Nata ad Anzio nel 1985, Flavia Zarba è una giovane giornalista laureata in Giurisprudenza presso la Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo tanti anni di accurati studi giuridici, inizia la sua esperienza giornalistica lavorando per Romapost magazine online, dove, oltre ad occuparsi di articoli e recensioni, diventa responsabile della sezione arte-cultura-spettacoli. Come curatrice, la sua attenzione si focalizza soprattutto sull'analisi critica degli eventi, senza tralasciare i dettagli e le curiosità biografiche. Attualmente, oltre a collaborare con Artribune e Romapost si occupa di giornalismo investigativo d'inchiesta curando reportage con IRPI, investigative reporting project Italy, una rete di giornalisti freelance di inchieste giornalistiche.