Da de Chirico a Burri. Assonanze tra Parma e Roma

Galleria d’Arte Moderna, Roma – fino al 13 marzo 2016. I capolavori della collezione parmense legata alla Fondazione Magnani Rocca incontrano quelli della Galleria d’Arte Moderna di Roma. Il risultato è una mostra armonica, testimone di un dialogo a distanza tra epoche e stili.

DUE COLLEZIONI AFFINI
È un allestimento fuori da prerogative cronologiche o stilistiche quello suggerito dalla mostra capitolina giocata sulle Affinità elettive tra due collezioni solo apparentemente distanti. Lontano dai comuni canoni degli approntamenti museali, il percorso espositivo lascia emergere le strette assonanze musicali che legano le opere, in un dialogo coinvolgente e stimolante tra armonie.
Si viene accolti da uno dei capolavori della Fondazione Magnani, il dipinto Enigma della partenza di Giorgio de Chirico, in cui si rincorrono i punti chiave della poetica metafisica: scoperta dell’ignoto, arcano, mistero, partenza. Itinerari oscuri dello spirito tra i misteri dell’esistenza, che rivelano l’enigma del mondo senza svelarlo. A fare da contraltare all’enigmatico pittore, artisti con differenti personalità e stili, che hanno meditato sulla sua opera artistica: ecco le nudità dei giovani atleti bagnanti, colti nel momento del riposo, mentre esibiscono la loro fisicità classica nei Giovani in riva al mare di Franco Gentilini.

Mario Tozzi, In riva al mare, 1935 - Roma, Galleria d’Arte Moderna © Roma Capitale

Mario Tozzi, In riva al mare, 1935 – Roma, Galleria d’Arte Moderna © Roma Capitale

DA DE CHIRICO AD AFRO
Spazi carichi di visioni, di oggetti, inconsapevoli protagonisti della poesia pittorica in una suggestione scenica dai tratti dechirichiani, ricorrono nelle opere di Filippo de Pisis: pesci sospesi in verticale in Natura morta (Pesci e bottiglia), trasparenze di luci e acque e l’amore per il classico presenti in Pan si fondono con i capolavori di Carrà, Tosi e Tozzi, nella solitudine di una scena prolungata all’infinito.
La concretezza rappresenta il fil rouge della terza sala, dove il tangibile diventa materia di studio e interpretazione artistica, risuonando nelle composizioni di Giorgio Morandi. Ogni autore è regista della propria opera e sceglie cosa mettere in posa: si alternano le numerose nature morte di Morandi, Trombadori, Trifoglio, Broglio, Afro. Quest’ultimo dispone su un tavolo mandolini, liuto, trombetta, corno, salterio e campanella, facendo da specchio alla pittura di Morandi.

Benedetta Cappa Marinetti, Velocità di motoscafo (1922) - Roma, Galleria d’Arte Moderna © Roma Capitale

Benedetta Cappa Marinetti, Velocità di motoscafo (1922) – Roma, Galleria d’Arte Moderna © Roma Capitale

UN MECENATE ILLUMINATO
Una ballerina dipinta si trasforma in una marionetta disarticolata e comandata da fili nella Danseuse articulée di Gino Severini; gli arabeschi pittorici di un motoscafo volteggiano in Velocità di motoscafo, la prima opera astratta di Benedetta Cappa Marinetti; il corpo femminile resta imprigionato nella materia pittorica del Nudo coricato di Carlo Mattioli; la Bambina sulla sedia è irrigidita dalla carica emotiva di Manzù. Il risultato finale è un rebus di corrispondenze sintattiche in grado di coinvolgere attivamente il pubblico, aiutandolo a conoscere una grande figura come quella del collezionista Luigi Magnani, illuminato mecenate del Novecento.

Ilenia Maria Melis

Roma // fino al 13 marzo 2016
Affinità Elettive
a cura di Maria Catalano, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Stefano Roffi
GALLERIA D’ARTE MODERNA
Via Francesco Crispi 24
06 0608
[email protected]
www.galleriaartemodernaroma.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50486/affinita-elettive-da-de-chirico-a-burri/

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Ilenia Maria Melis

Ilenia Maria Melis

Ilenia Maria Melis è giornalista e blogger. Laureata con il massimo dei voti in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico, indirizzo Archeologico, presso l’Università degli Studi Roma Tre, da sempre ama l’arte e l’archeologia, probabilmente affascinata dagli splendori della Capitale…

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