Per parlare di Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924) si dovrebbe premettere che è uno sperimentatore lontano da ogni categoria, che ha raggiunto il successo tardivamente, consacrato dalla partecipazione a Documenta nel 2012 e alla Biennale di Venezia del 2013. Oppure si potrebbe semplicemente affondare lo sguardo in una delle sue galassie di immagini e parole. Duchamp – che lo conobbe a trentacinque anni, quando, abbandonata l’azienda farmaceutica di famiglia, decise di dedicarsi all’arte – suggerisce di guardare i suoi lavori da molto vicino, per almeno un’ora: ogni dettaglio, ambiguo e densissimo, si apre a una possibile narrazione. Baruchello offre esercizi di lettura e il valore politico della sua arte, negli Anni Sessanta, sta tutto qui: nel fornire l’esigenza di trovare un senso tra vari frammenti di memoria collettiva. Tra disegni, brandelli di riviste, parole e ready made, il Monumento ai non eroi (1962) è un omaggio a chi, pur non sapendolo, costruisce la (sua) storia.
Raffaela Iasevoli
Milano // fino al 5 settembre 2015
Baruchello anni Sessanta
GALLERIA MILANO
Via Manin 13 / Via Turati 14
02 29000352
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