L’orizzonte magico della Lucania. In una mostra del Cecilia

Cecilia, Tito - fino al 30 settembre 2014. Dopo quaranta giorni di residenza presso il Centro per la Creatività, “ReaCT Contemporary PARTY” propone i progetti realizzati da Ivano Troisi, Giulia Manfredi ed Eva Frapiccini.

Un vero viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi”, ha suggerito Marcel Proust. Disporre, cioè, di una curiosità che sia in grado di aprire orizzonti, di scavare nel quotidiano, di setacciare il mondo della vita e di mostrare vertigini inaspettate, insperate. Partendo da un viaggio, e precisamente da una residenza artistica – Re-aCT Uomo Natura Uomo Magia – organizzata dal Cecilia – Centro per la Creatività di Tito (nell’ambito del disegno dedicato alle Residenze Artistiche in Basilicata e rivolto ai centri di Visioni Urbane), Ivano Troisi, Giulia Manfredi ed Eva Frapiccini mettono in campo, oggi, dopo quaranta giorni passati in un “territorio liminare come quello lucano”, dei lavori luminosi che si nutrono dei luoghi e gettano, nel contempo, “un ponte creativo tra cultura locale e cultura globale”.
Ad aprire il percorso espositivo – un percorso legato alle suggestioni proposte dalla lettura di Sud e magia (De Martino) – Nodotemporale 40°39′N15°30′di Eva Frapiccini invita lo spettatore a riflettere, attraverso venti polaroid allestite in cinque teche, sulle vicende archeologiche e storiche di un paese, Balvano, che pare essere una zona geopatogena carica di umori negativi. “Il lavoro che ho realizzato in Basilicata”, avverte l’artista, “è un’indagine di ascolto e di scoperta della toponomastica di un luogo così denso di avvenimenti e traumi da portare gli abitanti alla creazione di una piccola mitologia che coinvolge spazi e singole famiglie”. (Non dimentichiamo che il 3 marzo 1944 si consuma il più grave disastro della storia ferroviaria).

Un'opera di Giulia Manfredi

Un’opera di Giulia Manfredi

Annotata a una riflessione che richiama alla memoria il Santuario della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano intersecata al progetto Venezia-Venezia di Alfredo Jaar, la linea seguita da Giulia Manfredi pone l’accento sull’apparizione. Abimo è, infatti, un lavoro cinetico che si aziona ogni quindici minuti per far affiorare da una pozza di olio esausto una affascinante struttura ceramica che, se da una parte rimanda, appunto, al manto della Madonna Nera, dall’altra accenna ai giacimenti petroliferi della val d’Agri.
Ivano Troisi, dal canto suo, accanto ad un poetico libro d’artista e a Colpid’ascia (quattro strisce di carta giapponese che catalogano con la tecnica del frottage i dischi di alcuni alberi), registra, con un senza titolo – tredici fogli di cartacotonefattaamano ammassati e macchiati, al centro, da una pasta petrolifera raccolta presso la fonte d’acqua nera di Tramutola (nella contrada idrogeologica Serritella-Becce) –, gli umori d’una terra screpolata dal sole e dal vento con lo scopo di raccontare e racchiudere nell’opera il tempo della residenza. Di un’avventura, coadiuvata da Lucia Ghidoni e coordinata da Carmen Laurino e Massimo Lovisco (direttivo del Cecilia), nutrita dall’orizzonte magico della Lucania, di un luogo che, per dirla con Sinisgalli, si pone come un Sud a sé.

Antonello Tolve

Tito // fino al 30 settembre 2014
Re-aCT Uomo Natura. Uomo Magia
CECILIA
Contrada Santa Venere
[email protected]
www.amnesiacarts.com

 

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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