Creazione contemporanea e riqualificazione del territorio. L’esempio Ruhr Triennale
Bochum / Duisburg / Essen - fino al 28 settembre 2014. La Ruhr Triennale ha inaugurato a Ferragosto e ospita artisti internazionali. Fra danza, teatro, concerti e arti visive, in ex sale turbine e altiforni. Siamo andati a vedere cosa succede...
Una triennale ogni tre anni, una triennale di tre anni, una triennale con un direttore diverso ogni tre anni, ininterrottamente, dal 2002. Ha inaugurato il 15 agosto il terzo anno dell’ultima edizione della Ruhr Triennale, con un programma ricchissimo di teatro, musica, danza e arte contemporanea, nel contesto straordinario di una manciata di chilometri quadrati, il bacino della Ruhr, tra Duisburg, Essen e Bochum, dove quindici anni fa è stata colta una storica opportunità: capire il potenziale culturale di ciò che era destinato alla rovina, all’abbandono e allo squallore, e farlo rinascere grazie al confronto con la creazione contemporanea, e non solo.
Il panorama di questa parte della regione della Ruhr sarebbe potuto essere quello di una zona “post”, con brandelli delle gloriose epoche di forsennata produzione industriale – capannoni, ciminiere, gasometri – che punteggiano una squallida periferia di stazioni di servizio, centri commerciali e case di ex operai in cassa integrazione. Ma qui la scelta è stata coraggiosa, decisa e, dopo tutti questi anni, vincente ed entusiasmante: l’archeologia industriale ha puntato sull’interesse storico e culturale di questi “monumenti” nazionali, ma non si è limitata a conservare. Il potenziale di questo panorama era ben più interessante di un museo etnografico a cielo aperto: miniere, centrali energetiche, saline, capannoni, fonderie e altiforni sono diventati teatri, musei, sale da concerto, spazi espositivi, ristoranti e librerie che si nutrono degli spazi, dei volumi e della malleabilità di questi luoghi, predestinati alla creazione e all’estetica contemporanee.
E i creatori sono arrivati: Ilya Kabakov, Bill Viola, Christian Boltanski e Matthew Barney per le arti visive; Trisha Brown, Pina Bausch, Tino Sehgal e Anne Teresa de Keersmaeker per la danza; Peter Brook, Jan Fabre, Robert Wilson e Romeo Castellucci per il teatro; Patti Smith, Laurie Anderson, Carl Craig e Massive Attack per la musican Per non citare che alcuni fra i nomi più importanti, ciascuno nei propri ambiti, che spesso si mescolano e si confondono, come in una delle ultime creazioni di Rimini Protokoll, Situation Room, tra installazione, video e teatro interattivo, in cui il pubblico ha svolto il ruolo chiave di materia prima, di co-autore, di attore, di personaggio, per un’esperienza partecipativa e coinvolgente, in una gigantesca ex sala turbine.
Questa è forse una delle chiavi del successo della Ruhr Triennale: la costante reciprocità tra le persone, le opere e gli spazi, reciprocità che rende possibili forti esperienze estetiche, nel legame indissolubile tra ciò che accade e i luoghi in cui questo avviene, che non sono fondali suggestivi in secondo piano, ma diventano polo fondamentale di un dialogo costante e serrato, materia prima delle scelte creative e mediatore d’eccellenza per gli spettatori.
Ciò che contraddistingue la triennale e, ancora di più, il suo contesto, è la continuità e la diversificazione delle proposte e delle realtà che sono state create: non c’è solo la triennale infatti, ad attirare numeri crescenti di frequentatori. Cuore di un progetto più globale è una ricca rete culturale e museografica permanente che collega le città e la sua popolazione, fra musei dell’industria, visite e laboratori nelle miniere e nei diversi siti d’interesse, centri didattici, cinema, piscine all’aperto, ciò che, insomma, può ricucire le ferite di un territorio, ricostruire l’identità collettiva dei suoi abitanti e, soprattutto, migliorare la qualità della vita e dell’immagine che si ha del proprio abitare.
Giulia Repetto
Bochum – Duisburg – Essen // fino al 28 settembre 2014
Ruhr Triennale 2012-2014
diretta da Heiner Goebbels
[email protected]
www.ruhrtriennale.de
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