Madre e matrigna. La natura al PAV

Cosa succede quando si fa labile il supposto confine tra natura e artificio tecnico, natura e civiltà? Quando non è più possibile distinguere fra i due termini, perché la linea di confine diventa una fascia, una zona indistinta, un “tra”, dando in un certo senso realizzazione al pensiero nomade di Gilles Deleuze? Questo è solo uno dei quesiti stimolati dalle opere dei sedici artisti in mostra al PAV di Torino fino al 29 settembre.

Già il titolo della mostra è una dichiarazione d’intenti: Internaturalità suggerisce infatti l’esistenza di più definizioni di natura, che talvolta, e qui in particolare, si propongono di entrare in reciproca connessione. Tale moltiplicazione delle prospettive sgretola, o quanto meno relativizza, il concetto unico e monolitico di ‘natura’, sostituendolo con tante idee di natura quante sono le culture oppure i punti di vista espliciti o ancora gli scopi, spesso reconditi, della definizione stessa.
Il curatore della mostra al PAV di Torino, Claudio Cravero, ha selezionato una serie di sguardi e riflessioni, eterogenea rispetto sia ai media impiegati sia ai riferimenti teorici di partenza. Su tutto però domina la necessità di abbandonare una visione frontale, ingenua e spontanea del rapporto uomo/natura o natura reale/natura rappresentata, e di adottare uno sguardo laterale, anamorfico, più astuto e forse più ironico, che ascrive i lavori esposti a una dimensione squisitamente concettuale.
Prive di eccessi, minimaliste in quanto tendenti al minimo impatto visivo, ambientale ed economico, le opere sembrano quasi voler rispettare l’attuale situazione di crisi ecologica e sociale, in connessione con un’attitudine non monumentale della natura che, come vide Kant, può essere sublime ma mai celebrativa, nemmeno nelle sue manifestazioni più eccezionali.

Piero Gilardi, Bio-Acqua, 2013

Piero Gilardi, Bio-Acqua, 2013

Nella nostra quotidianità di cittadini inurbati in territori del tutto artificiali, in cui la natura è stata completamente domata dalla tecnoscienza, è ormai praticamente sparito il contatto con il lato oscuro, il “cuore di tenebra” della natura; forse per questo anche la collettiva rinuncia a un’antropologia negativa, e presuppone – in maniera poco dialettica – un’idea ottimistica, roussoviana di ambiente, una natura cioè dal volto benigno, una vecchia Madre docile e prodiga, da tutelare e magari imitare, obliterando però la Matrigna, ossia i tratti ferini e brutali della sua azione spietata, a partire dai quali la specie homo, animale debole da sempre obbligato a proteggere sé e i suoi simili dai numerosi pericoli circostanti, ha dato avvio alla sua evoluzione tecnica e culturale.

Veronica Liotti

Torino // fino al 29 settembre 2013
Internaturalità
a cura di Claudio Cravero
artisti: Andrea Caretto / Raffaella Spagna, Gabriella Ciancimino, Critical Art Ensemble, Brigitte de Malau, Agostino Ferrari e Nja Mahdaoui, Matteo Bernardini, Andrea De Taddeo, Piero Gilardi, Henrik Håkansson,  Norma Jeane, Laurent Le Deunff, Filippo Leonardi, Lucy + Jorge Orta, Luana Perilli, Uli Westphal
PAV
Via Giordano Bruno 31
011 3182235
[email protected]
www.parcoartevivente.it

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Veronica Liotti

Veronica Liotti

Veronica Liotti (Novara, 1976). Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano (2002) e il master per curatori all’Accademia di Brera (2005), matura esperienza al Castello di Rivoli nel team diretto da Carolyn Christov-Bakargiev in occasione di T1, La…

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