Salta, balla, corre, pattina. Emoziona. Non riesce a stare fermo Jaan Toomik (Tartu, 1961) che affida al linguaggio del corpo il confronto mai agevole con il tempo di una memoria tanto privata da risultare universale. L’ininterrotta catena umana che lo vede prima figlio poi padre, la struggente melodia del ricordo: nei suoi video, meravigliosamente editati in una brevitas dorata, l’immediata e prorompente vitalità di una riflessione che si sgancia dalla zavorra della malinconia. Movimenti a tratti convulsi, istantanei e liberatori: azioni che sembrano frutto di una ritualità antica, quasi sciamanica. Modalità espressive divergenti rispetto all’altrettanto potente Oleg, video con cui, in una durata da mediometraggio, Toomik sperimenta con fortuna inalterata una scrittura quasi cinematografica. Per un plot che risente, amaro ma tenerissimo, di una eco alla Full Metal Jacket.
Francesco Sala
Milano // fino al 13 gennaio 2012
Jaan Toomik – Run
a cura di Marco Scotini
ARTRA
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