Storie, città e foreste che non ci sono. O forse sì

A Monza – da Cart, fino al 10 marzo – è tempo di saldi: prendi tre, paghi uno. Non una collettiva, ma tre piccole personali: tutte nello stesso spazio. I fantasiosi bozzetti – già visti – di Nedko Solakov a tu per tu con i paesaggi mica troppo virtuali di Stefano Spera e lo zoo iperonirico di Matteo Antonini.

Gli stress prospettici di Stefano Spera - Cart, Monza 2012

Sembra una collettiva, ma non lo è. A condividere gli spazi della Galleria Cart, a Monza, sono tre progetti che camminano ognuno per la propria strada, condividendo tempi e spazi nella libertà garantita dall’assenza di una regia unificante. Poco da (ri)dire sulla porzione delle Storie di vita quotidiana di Nedko Solakov (Cherven Briag, 1957), serie di acquarelli ormai vecchia di un lustro, ancora fresca però nell’ironica profondità narrativa; diario minimo di personaggi minuscoli, animati da una morale a cavallo tra lo zen e le witz proprie della cultura ebraica europea.
Gioca in casa invece Stefano Spera (Monza, 1983): la sua città viene manipolata seguendo le prospettive distorte e devianti dei programmi di progettazione digitale; l’occhio segue idealmente la corsa di un mouse che stressa e appiattisce l’orizzonte, piegando le tele in trapezoidi scorciati fino alle conseguenze più estreme, nella costruzione di un immaginario che acchiappa. Prosegue invece nella costruzione di uno zoo da sogno Matteo Antonini (Pavia, 1984): fedele a un percorso maturato negli ultimi anni mescola reale e irreale, compone paesaggi che inventano, soprattutto nell’equilibrio formale dei pezzi più piccoli, un’ammaliante arcadia hi-tech.

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Francesco Sala

Monza // fino al 10 marzo 2012
Nedko Solakov – Storie di vita quotidiana
Stefano Spera
Matteo Antonini
GALLERIA CART
Via Sirtori 7
039 329101
[email protected]
www.galleriacart.com


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Francesco Sala è nato un mesetto dopo la vittoria dei mondiali. Quelli fichi contro la Germania: non quelli ai rigori contro la Francia. Lo ha fatto (nascere) a Voghera, il che lo rende compaesano di Alberto Arbasino, del papà di Marinetti e di Valentino (lo stilista). Ha fatto l'aiuto falegname, l'operaio stagionale, il bracciante agricolo, il lavapiatti, il cameriere, il barista, il fattorino delle pizze, lo speaker in radio, l'addetto stampa, il macchinista teatrale, il runner ai concerti. Ha una laurea specialistica in storia dell'arte. Ha fatto un corso di perfezionamento in economia e managment per i beni culturali, così sembra tutto più serio. Ha fatto il giornalista per una televisione locale. Ha condotto un telegiornale che, nel 2010, ha vinto il premio speciale "tg d'oro" della rivista Millecanali - Gruppo 24Ore. Una specie di Telegatto per nerd. E' molto interista.