Natura, fotografia e… imprenditoria
A Firenze la prima mostra italiana del fotografo sudcoreano Ahae. Una selezione di 40 immagini tra le tantissime - oltre un milione e mezzo - scattate in due anni “attraverso la sua finestra”. Al Museo Alinari fino all’8 gennaio.
Gli scatti di Ahae (Kyoto, 1941) dopo aver percorso nuovo e vecchio mondo (New York, Praga, Londra e Mosca), giungono al Museo Alinari di Firenze. Through my window è un progetto all’insegna della semplicità, dell’ingenuità persino (come denota lo pseudonimo dell’artista: “bambino” in coreano), ma è anche impegno quasi compulsivo: oltre un milione e mezzo di scatti da una sola piccola finestra, puntati verso un unico soggetto, il paesaggio incontaminato. Verrebbe da pensare agli studi dell’ultimo Monet, ma qui nessun “giardino” è predisposto allo scopo, perché ciò che domina – come nota Keith H. Yoo, curatore della mostra, amministratore delegato di Ahae Press, Inc. nonchè figlio dell’artista – è “l’accidentalità e l’assenza di premeditazione”. Nessuno scenario o modello in posa – salvo gli animali, liberi di volare, fuggire o voltarsi verso l’osservatore -, nessun filtro, flash o post-produzione (salvo la pulizia delle macchie e un perfezionamento dell’equilibrio di bianchi e del contrasto), perché tra artista e natura deve esserci il solo obiettivo delle – sofisticatissime – macchine fotografiche (Ahae ne è grande collezionista). Metaforicamente parlando, questa scelta sottolinea la vocazione “ambientalista” dell’artista/inventore/imprenditore: per un utilizzo dei mezzi tecnologici non invasivo, capace di offrirci “un’immagine “biologica” degli scenari naturali”.
L’allestimento fiorentino raccoglie una selezione di quaranta scatti, riprodotti servendosi di tre tecniche distinte. Si passa dalle grandi stampe digitali a quelle piccole e raffinatissime su carta per acquarello, fino a una pratica forse ancor più retrò, la stampa al platino, che ben rappresenta quell’anelato momento di simbiosi tra passato e futuro, nella continuità fra tecniche digitali e pratiche più puramente “organiche”.
Un solo moto di fastidio sorge di fronte a questo splendido progetto, nel momento in cui si coglie il suo carattere fortemente “imprenditoriale”. Ahae è assente, forse ancora appostato alla sua piccola finestra in Sud Corea, mentre a noi si presenta una vera “multinazionale”, produttrice di stampe fotografiche, ma anche di ventagli, tè verde e calendari. Di fronte alla lusinga del gadget, nasce il dubbio se tutta quella ostentata “naturalità” non corra il rischio di arrestarsi nel pantano delle logiche di mercato. Finché il fine giustifica i mezzi, ogni compromesso sarà ben accetto: ma da quando l’arte ha smesso di essere anche “mezzo”?
Simone Rebora
Firenze // fino all’8 gennaio 2012
Ahae – Through my window
a cura di Keith H. Yoo
MNAF
Piazza Santa Maria Novella 14a/r
055 216310
[email protected]
www.alinari.it
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