Ericailcane, canto anarchico
Ericailcane presenta la seconda personale dell'anno, l'unica italiana dopo il successo di San Francisco. Disegni, un murale, installazioni e un nuovo libro. Una satira su crimini e misfatti di un'Italia poco unita, alla Galleria d406 di Modena fino al 26 novembre.
“L’eco delle foreste dalle città insorte al nostro grido / or di vendetta sì, ora di morte / liberiamoci dal nemico.” Decisamente attuale l’incipit del canto ribelle La Colonia Cecilia, noto come il Canto della foresta di esuli italiani di fine Ottocento, a cui si ispira la seconda personale di Ericalicane alla Galleria D406 di Modena. Introducono all’esposizione un murale di 8 metri a pochi metri dalla galleria e due felini-pupazzo che si mostrano dalla vetrina, seduti su poltrone da cinema mangiando pop corn a base di ossa, secondo la consueta irriverenza dell’artista. Notevoli i disegni all’interno, che fanno leva sui vizi privati della nostra società e non solo, come la libera interpretazione di esuli volontari – un gruppo scalcagnato di scimmie su un carretto – alla ricerca di un’improbabile Unità Italiana.
Francesca Baboni
Modena // fino al 26 novembre
Ericailcane – Il canto della foresta
D406
Via Cardinalmorone 31/33
059 211071
[email protected]
www.d406.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati